Confine

Sequestrata a Gaggiolo una Ferrari di lusso con targa svizzera

L'auto, un modello prodotto in pochi esemplari, era stata acquistata da un concessionario elvetico e introdotta nell'Ue senza pagare i tributi doganali

Il bolide... appiedato
(Guardia di Finanza)
25 giugno 2024
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Avevano apposto una targa svizzera a una Ferrari Purosangue, uno dei più recenti modelli della casa di Maranello al momento prodotto in pochissimi esemplari, per eludere i controlli doganali. Ma la vettura di lusso, e il fatto che fosse trasportata su un carrello trainato da un'altra auto con una targa del Regno Unito, ha insospettito i militari della Guardia di Finanza e i funzionari dell'Ufficio delle Dogane italiani in servizio al valico di Gaggiolo. Dai controlli è emersa l'assenza del libretto di circolazione e la dichiarazione attestante la posizione doganale: il bolide era stato dunque introdotto sul territorio dell'Unione Europea in contrabbando.

Grazie alla cooperazione internazionale con le autorità elvetiche è infatti emerso che l'auto di lusso era stata acquistata da un concessionario svizzero il giorno precedente il trasporto e, proprio per eludere i controlli, era stato dotato di una targa svizzera che però, come è risultato dallo scambio informativo internazionale, è risultata in realtà associata a un altro veicolo.

L'importatore, dunque, non essendo il veicolo immatricolato, alla stregua di qualsiasi altra merce, in occasione dell’ingresso in Italia avrebbe dovuto presentare l'apposita dichiarazione doganale per la quantificazione e il pagamento dei diritti di confine dovuti (dazio e Iva).

Il conducente del carrello, risultato essere un dipendente inglese dell’acquirente della Ferrari, è stato quindi segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese e dovrà rispondere dei reati di falsità ideologica e di contrabbando aggravato, con evasione dei diritti di confine per un importo pari a 138'000 euro.

La Ferrari Purosangue, e il mezzo utilizzato per il trasporto, sono stati sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità giudiziaria e, in caso di condanna dell'indagato, potranno essere confiscati e acquisiti a patrimonio dello Stato italiano.