La Corte di Milano accoglie le tesi della difesa del varesino che partecipò, con un ruolo ‘minore’, alle rapine ai distributori di Ligornetto e Novazzano
I giudici della Corte d’Appello penale di Milano, accogliendo le argomentazioni (sia in punta di diritto che in punta di fatto) del difensore, avvocato Corrado Viazzio, hanno assolto 33enne varesino che, suo malgrado, si è trovato al centro di una singolare vicenda giudiziaria: quella di essere condannato due volte per lo stesso reato, una rapina alla stazione di servizio Piccadilly di Ligornetto (29 marzo 2017, bottino 3’312 franchi e 11’459 euro). Condannato il 3 novembre 2017 dalla Corte delle Assise Criminali di Mendrisio a 18 mesi (sospesi per un periodo di prova di due anni), per il suo ruolo di staffettista, il giovane varesino (all’epoca incensurato), nel dicembre 2022 per la stessa rapina di Ligornetto è stato processato dai giudici del Tribunale di Varese, che lo hanno condannato a 20 mesi di reclusione, per il reato di associazione per delinquere, in concorso con altri rapinatori condannati, ai di qua e al di là della frontiera, per una serie di assalti banditeschi a Ligornetto e Novazzano.
Un reato associativo che non è riconosciuto dal diritto svizzero e che prevede l’associazione a una banda armata, non contestata al 33enne dalla magistratura ticinese. Insomma, per il difensore non sussistevano i presupposti per istruire (e svolgere) un secondo processo in Italia, dopo quello celebrato a Mendrisio. Tesi che ha fatto breccia nei giudici di Appello, che hanno assolto il 33enne varesino. L’autore materiale della rapina di Ligornetto il 29 gennaio 2018 dalla Corte delle Assise criminali di Mendrisio è stato condannato a due anni di reclusione (da espiare). Gli altri tre componenti la banda responsabile delle rapine di Ligornetto e Novazzano, personaggi noti alla Polizia cantonale, a Varese negli anni scorsi sono stati condannati, in sede di udienza preliminare, a pene comprese fra i 5 anni e 4 mesi e 5 anni e 8 mesi. Condanne passate in giudicato.