Il predatore ha agito a ridosso delle abitazioni: porte tre pecore in un'azienda agricola.
Allarme e preoccupazione a Val Rezzo, a una manciata di chilometri da Lugano, a seguito della ricomparsa di un lupo, che lo scorso anno ha sbranato capretti e pecore non distante dall’abitato. Anche stavolta il predatore ha agito a ridosso delle abitazioni, nell’azienda agricola di Lia Manzi, moglie del sindaco uscente del paese, Ivan Puddu. Qualche notte fa il lupo ha predato tre pecore, una in meno rispetto la precedente occasione.
Quel che maggiormente inquieta a Val Rezzo, il comune comasco più piccolo (158 abitanti, oltre cento frontalieri) è la consapevolezza che il lupo o i lupi siano entrati anche in un’area frequentata dai bambini per il gioco. “In un angolo mio marito ha costruito una casetta sull’albero per i nostri figli, che lì si divertono – ha raccontato Lia Mazzi –. Abbiamo le prove certe che il lupo è stato anche lì». Se il lupo scende nel centro abitato e sbrana pecore nel recinto di un’azienda agricola significa che si è passato il limite: già da tempo gli enti competenti avrebbero dovuto intervenire con delle contromisure. Lo scorso anno veterinari e polizia provinciale confermarono con certezza che la predazione era da attribuire al lupo, forse a più esemplari.
Nel 2023 Ivan Puddu fu tra i sindaci che sottoscrissero un documento della Comunità montana per chiedere a Regione Lombardia e al Ministero competente di assumere provvedimenti di fronte all’emergenza selvaggina nel territorio. Era partita una raccolta firme estesa a tutto il territorio della Comunità partita dalla Valle Albano per chiedere alla Regione di assumere provvedimenti idonei a tutelare la pubblica incolumità e l’attività di chi possiede bestiame. Ma fin qui nulla è stato fatto.