Confine

Petizione contro il nuovo indennizzo di Trenord

I viaggiatori chiedono a Regione Lombardia di rimodulare il rimborso e di estenderlo a tutte le forme di abbonamento

La protesta continua
(archivio Ti-Press)
7 aprile 2024
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Continua la protesta dei pendolari lombardi contro il nuovo indennizzo per i disservizi di Trenord, ben conosciuti anche dai frontalieri che utilizzano i treni diretti in Canton Ticino. Contro le nuove regole, che i comitati dei pendolari bocciano senza ma e senza se in quanto giudicate peggiorative, è stata lanciata una petizione online per chiedere alla giunta di Regione Lombardia di “rimodulare il nuovo indennizzo rivedendo le condizioni e rendendo la misura realmente fruibile per tutte le forme di abbonamento in base al concetto di tratta abitualmente frequentata (come la Milano-Como-Chiasso, una delle più frequentate ndr), per una maggiore equità e rispetto di chi paga un servizio”.

È possibile firmare la petizione su ‘Change.org’. Un migliaio le firme raccolte nelle prime 24 ore. La protesta deriva dal fatto che la giunta regionale lombarda, presieduta da Attilio Fontana, con il nuovo ‘indennizzo beffa’ ha eliminato il precedente bonus che, in vigore dal 2010, prevedeva uno sconto del 30 per cento sull'abbonamento mensile per le tratte con performance negative (su 168 mesi la linea transfrontaliera che collega il capoluogo lombardo al Canton Ticino ha beneficiato del ‘bonus’ per 142 mensilità) e ha adottato un ristoro che calcola i ritardi a partire dai 15 minuti e non più dai 5, come avveniva sino al dicembre 2023. Motivo per cui pendolari e frontalieri si sentono penalizzati.

Il resoconto di gennaio, primo mese in cui è stato applicato il nuovo metodo di calcolo, registra solo tre linee bocciate (non ci sono le tratte comasche), contro le 24 di dicembre. Non piace neppure il fatto di doversi attivare per ottenere il ristoro (il precedente bonus era automatico).