All’iniziativa, sviluppata nel corso del 2023, era stato invitato anche il comune di Como, che non ha però dato la sua adesione Un’assenza significativa
Comuni di confine e sindacati dei frontalieri uniti per costruire una strategia condivisa in modo da farsi promotori di una valorizzazione strategica del programma Interreg Italia-Svizzera 2021-2027. È di questo che si è parlato nel Salone Estense di Varese nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione del sindaco Davide Galimberti, della vicesindaca Ivana Perusin, di numerosi rappresentanti dei comuni della fascia di frontiera e dei sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil dei frontalieri. Un’occasione per presentare un documento elaborato, oltre che dalle organizzazioni sindacali, anche dai comuni capoluogo delle province di Varese e del Verbano-Cusio-Ossola.
All’iniziativa, sviluppata nel corso dell’ultimo anno, era stato invitato anche il comune di Como, che non ha però dato la sua adesione. Un’assenza significativa, superata dal consenso dell’Associazione nazionale comuni di frontiera. Un documento che, come è stato sottolineato nel corso dell’incontro a Varese, ha lo scopo di delineare un visione a medio-lungo termine dell’Area che si estende tra le province del Verbano-Cusio-Ossola e di Sondrio e che ne faccia un polo di sviluppo e residenza in grado di competere e realizzare sinergie con le grandi aree metropolitane collocate a nord (Zurigo) e immediatamente a sud (Milano).
Con il medesimo intento – è stato ribadito nel corso dell’incontro varesino – è stata recentemente sottoscritta anche l’intesa tra le città di Varese e di Verbania, con le Organizzazioni sindacali dei lavoratori, in merito al lavoro transfrontaliero. Nel documento viene sottolineato che il programma Interreg 2021-2027 individua una serie di priorità, collegate alle politiche di coesione dell’Unione europea, oltre che agli indirizzi della Nuova politica regionale svizzera. Da qui perciò l’iniziativa dei comuni italiani di frontiera e dei sindacati dei frontalieri di cogliere le opportunità offerte dal programma Interreg 2021-2027. Questo, ovviamente, in stretto contatto con interlocutori dei cantoni svizzeri di frontiera.
Numersi i campi d’azione: capacità di concepire il territorio come polo integrato di sviluppo rispetto ai poli urbani di Zurigo e Milano; qualità della vita elevata, grazie alle caratteristiche ambientali della regione; buoni livelli di coesione sociale, grazie a sbocchi occupazionali articolati e di qualità, alla presenza di centri di ricerca e di formazione di eccellenza. Obiettivi, come si può comprendere, impegnativi, che richiedono il contributo (scambio di idee ed esperienze) da parte di tutti gli attori dell’area. Ciò fa comprendere che siamo ancora in una fase embrionale.
Nel documento si parla però anche di obiettivi da raggiungere nel breve periodo. A questo proposito si fa riferimento all’obiettivo previsto dal programma Interreg ‘Integrazione delle reti di trasporto e rafforzamento della mobilità intermodale e sostenibile’. Tant’è che è stato ricordato che con i contributi finanziari messi a disposizione da Italia e Svizzera è possibile migliorare la qualità del trasporto pubblico, compreso quello lacuale, e i servizi per la mobilità individuale o condivisa. Il lavoro congiunto dei comuni italiani di frontiera e dei sindacati confederali dei frontalieri guarda anche al settore del turismo e della sanità. Insomma, molta carne al fuoco, che sottintende un grande lavoro da sviluppare se non si intende perdere le occasioni fornite dal programma Interreg Italia-Svizzera, che da quando c’è, ha contribuito allo sviluppo delle aree di frontiera.