La Regione Lombardia rivede al ribasso (dal 4 al 3%) la percentuale di lavoratori frontalieri residenti in ogni comune necessaria
Quello dei ristorni dei frontalieri (97 milioni di franchi nel 2021, 107 milioni di franchi nel 2022) rappresenta una fonte di finanziamento spesso indispensabile per molte decine di Comuni di frontiera, in quanto consente loro di disporre di risorse per garantire servizi essenziali. Ben si comprende la soddisfazione di Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa, nonché presidente dell'Associazione italiana dei Comuni di frontiera, alla notizia che stamane Regione Lombardia ha approvato i nuovi criteri per la suddivisione ai Comuni dei ristorni per i frontalieri, introdotti dal Ministero delle finanze a seguito dell'accordo italo-svizzero sulla nuova fiscalità dei frontalieri in vigore da qualche mese.
La delibera firmata dal presidente Attilio Fontana e dall’assessore con delega ai rapporti con la Confederazione elvetica Massimo Sertori, recepisce i nuovi criteri di compensazione definiti dal ministero guidato da Giancarlo Giorgetti. La novità riguarda la percentuale di lavoratori frontalieri residenti in ogni comune necessaria per accedere direttamente ai ristorni: prima era fissata al 4% della popolazione, ora basterà il 3%. Un punto percentuale può sembrare poca cosa, ma è quello che permetterà a molti Comuni di accedere direttamente alla suddivisione dei ristorni. Per chi non raggiunge il 3% continuerà ad applicarsi una suddivisione “indiretta”, ovvero i ristorni andranno alle Province e alle Comunità montane di frontiera che continueranno a farsi carico di destinarli ad opere di interesse dei diversi territori.
La novità accoglie la proposta avanzata dai Comuni di frontiera nel corso delle trattative per il rinnovo dell’accordo fiscale con la Svizzera. “Siamo soddisfatti per i nuovi criteri, che permetteranno a diversi Comuni prima esclusi di accedere direttamente ai fondi dei ristorni – commenta Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa –. Importante anche la conferma della possibilità di utilizzare fino al 50% per le spese correnti le risorse derivanti dai ristorni fiscali assegnate ai Comuni”. Fra i Comuni che beneficeranno dei nuovi criteri di ripartizione c’è anche Varese. “È un ottimo risultato, ottenuto grazie al lavoro di squadra fatto con i senatori Alfieri e Candiani e con l’Associazione dei Comuni di frontiera – commenta il sindaco Davide Galimberti –. È vero che anche Varese, attraverso la Provincia, ha potuto beneficiare negli anni di quote di questi ristorni, un esempio sono i recenti lavori in via Selene, ma poterne disporre direttamente ci permetterà di potenziare ancora di più i servizi specifici per coloro che lavorando in Svizzera possono avere particolari necessità. Penso ai parcheggi, ma anche ai servizi scolastici, con pre-scuola e doposcuola con fasce orarie più ampie”. Nel capoluogo varesino sono oltre 3mila i frontalieri residenti, e molti di più sono quelli che confluiscono in città per raggiungere il posto di lavoro Oltreconfine, soprattutto dopo l’apertura della nuova tratta ferroviaria Arcisate-Stabio. Il nuovo meccanismo, come prima applicazione, riguarderà i ristorni dei frontalieri delle annualità 2022 e 2023.