La comunità che ospita nove disabili, venerdì notte, ha dovuto essere trasferita al teatro di Cuasso al Monte
I predatori di rame nei comuni lacustri varesini del Ceresio sono tornati a colpire. Questa volta è accaduto a Cuasso al Monte, poco distante da Porto Ceresio. A farne le spese è stata la locale comunità “Il sorriso”, che ospita nove persone con disabilità e altrettanti operatori, tra educatori e operatori sociosanitari, dove nella notte tra venerdì e sabato scorsi è venuta a mancare l’energia elettrica. Inizialmente si è pensato a un banale incidente. Poi, però, ci si è accorti che per rubare il rame (materiale sempre più costoso e difficile da reperire) erano stati tranciati numerosi cavi della rete elettrica dell’ospedale di Cuasso al Monte. Gli ospiti della comunità non potendo stare al freddo e al buio sono stati trasferiti nel teatro di Cuasso al Monte, messo a disposizione dal Comune.
Squadre di elettricisti dell'Azienda sociosanitaria territoriale Sette laghi, lavorando sodo, sono riusciti a sostituire i cavi di rame rubati per cui prima di sabato sera gli ospiti della comunità sono riusciti a rientrare in sede. Quanto accaduto ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dell’ospedale di Cuasso al Monte, dove sino a due anni fa c’era una portineria: chiusa da parecchio tempo, la struttura era stata provvisoriamente riaperta in occasione dell’emergenza Covid. Lasciata alle spalle la pandemia, l’ospedale è stato nuovamente chiuso, per diventare terra di nessuno, senza un cancello, per cui chiunque può entrare tranquillamente, come dimostra la razzia di rame. Per recuperare l’ospedale di Cuasso al Monte - per decenni sanatorio con 400 posti auto - Regione Lombardia ha stanziato 24 milioni di euro (provenienti dal Pnrr). Lo si vorrebbe far diventare un Istituto Clinico Universitario di Ricerca per le Malattie Polmonari e di Pneumologia Riabilitativa, in collaborazione con il Dipartimento Sanità dell'Università dell'Insubria di Varese.