I primi dettagli del sequestro effettuato dalla Guardia di finanza di Gaggiolo lo scorso 7 novembre. In manette un 60enne
È un sessantenne di Trecate (Novara) l'uomo arrestato la mattina del 7 novembre scorso a Cantello dalle Fiamme gialle della Guardia di finanza del Gaggiolo per essere stato trovato in possesso di 115,821 chilogrammi di cocaina pura (valore di mercato 6 milioni di euro). Suddivisa in 220 panetti abilmente occultati in mobili, la droga era su un furgone che l'uomo aveva noleggiato in Brianza per effettuare un trasloco dalla Valtrompia (Brescia) a una località del Comasco. Località che inquirenti e investigatori varesini non hanno indicato per non pregiudicare le indagini.
Assistito dagli avvocati Corrado Viazzo di Varese e Francesca Binaghi di Como sia in occasione del primo interrogatorio da parte del magistrato inquirente sia del secondo in carcere condotto dal giudice delle indagini preliminari Stefania Pepe, il sessantenne è apparso collaborativo, forse perché probabilmente si è sentito tradito da parte di chi lo ha incaricato di effettuare il trasloco di mobili, senza avvisarlo che erano imbottiti di cocaina. Tremila euro il compenso per il trasloco. L'uomo, che risulta essere dipendente di un'azienda comasca, ha ammesso di essere da una trentina di anni abituale consumatore di cocaina. Una dipendenza che, stando a quanto lo stesso ha raccontato, lo ha progressivamente inserito nel mondo dello spaccio di stupefacenti nei boschi della droga del Comasco e del Varesotto.
L'autista fermato a Cantello sarebbe stato al soldo degli spacciatori marocchini. In due occasioni, dietro un compenso di 1’000 euro ha portato complessivamente un chilo di cocaina da Cesano Boscone a Firenze e a Venezia. Viaggi che risalirebbero a un paio di mesi fa. Poi, la mattina del 6 novembre la proposta di effettuare il trasloco con un furgone che il 60enne ha noleggiato e che lo ha messo in un mare di guai. L'uomo non si è per nulla insospettito anche se, per quanto accertato dagli investigatori impegnati da tempo in un'inchiesta sullo spaccio nei boschi della droga, conosceva il ‘committente’ dell'incarico come grosso spacciatore. Sin qui i fatti dettagliatamente descritti nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dalla gip Stefania Pepe che ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari.
Numerosi gli interrogativi che si affollano attorno al grosso sequestro di polvere bianca. Interrogativi sui quali si sono chinate le Fiamme gialle della Guardia di finanza del Comando provinciale di Varese. Innanzitutto, c'è da accertare la provenienza e la destinazione della cocaina. La vicinanza della frontiera allarga le ipotesi alla Svizzera. Considerato poi il valore della cocaina diventa difficile pensare fosse stata destinata agli spacciatori che infestano i boschi della droga.