La famosa bevanda analcolica, nata nella Valle Antigorio, dopo il passaggio di proprietà dell'azienda verrà imbottigliata in Piemonte
Il Crodino, l'aperitivo analcolico italiano noto in tutto il mondo e il cui nome è indissolubilmente legato alla località di Crodo, in Ossola, non sarà più prodotto nella sua ‘culla’. Lo stop definitivo alla produzione è fissato, come riferisce il portale Ossolanews.it, per la fine dell'anno. Non sembrerebbero esserci margini di trattativa con la Campari, con cui non è stato rinnovato l'accordo e il Crodino sarà prodotto a Novi Ligure. La conferma arriva durante l'evento aziendale Family and Friends organizzato da Terme di Crodo srl e Royal Unibrew, il gruppo danese proprietario dal 2018 dello stabilimento ossolano, lunedì sera presso lo stabilimento stesso a Crodo.
Il Crodino dirà dunque definitivamente addio all'Ossola, ma Terme di Crodo consoliderà la sua presenza; il gruppo Royal Unibrew investirà sullo stabilimento, con positive ricadute anche sull'occupazione. A Crodo oggi sono impiegati sessantacinque dipendenti, che crescono di almeno venti unità nel periodo di massima produzione, dalla primavera in poi. Lo stabilimento è dotato di quattro linee di imbottigliamento: tre linee dedicate alle bibite (lattine, vetro e PET) e una linea dedicata all'acqua (la Lisiel, recente acquisizione). I numeri sono impressionanti: nel 2022 sono stati imbottigliati quasi 873mila ettolitri suddivisi in 167 milioni di lattine, 45 milioni di bottiglie di vetro, 23 milioni di bottiglie di PET. Anche la capacità produttiva è altissima: ogni ora vengono imbottigliate 65mila lattine, 100mila bottiglie di vetro, 22mila bottiglie di acqua e 17mila bottiglie di PET. A Crodo si producono Lemonsoda, Oransoda, le nuove bibite energetiche, PelmoSoda, Crodo Chinotto e l'acqua Crodo Lisiel, più una residua quantità di Crodino che, appunto, non sarà più prodotta da fine anno.