Una giovane cittadina italiana è stata arrestata a inizio agosto, dopo essere stata trovata in possesso di cinque chili di droga
Erano cinque chili di cocaina destinati al mercato svizzero di oltre Gottardo, quelli sequestrati nella notte tra martedì 1 e mercoledì 2 agosto, al casello autostradale di Grandate. Quella che inizialmente era una ipotesi investigativa, ha trovato conferma nel racconto – in buona parte secretato – della 23enne italiana di etnia magrebina che, fermata dagli agenti della squadra mobile di Como, era alla guida dell'autovettura che viaggiava lungo la carreggiata Lainate-Chiasso dell'autostrada A9 dei Laghi. Se al momento del fermo la ragazza, incensurata prima dell'arresto di inizio agosto, non aveva aperto bocca, nel corso dell'interrogatorio di garanzia da parte di un giudice per le indagini preliminari (gip) del Tribunale lariano, avrebbe fatto delle importanti ammissioni consentendo agli investigatori di orientare gli accertamenti.
Il fermo a Grandate della 23enne non sarebbe stato casuale, considerato che era stata immediatamente portata al comando della Guardia di finanza di Ponte Chiasso, così come l'autovettura della giovane. Autovettura che è stata passato al vaglio di un ‘cacciavitista’: un mago in divisa la cui specializzazione è quella di riuscire, con un semplice cacciavite, a scovare i pertugi in cui i ‘corrieri’ nascondono di tutto, ovvero sostanze stupefacenti, soldi, droga e preziosi.
Nel frattempo sono stati rimessi in libertà i due giovani romani, arrestati nei giorni scorsi alla dogana turistica di Brogeda: rientravano dalla Svizzera con 68 pasticche di ecstasy, 99 dosi di cocaina e 12 grammi di sostanza da taglio. La scarcerazione è stata disposta dal gip al termine dell'interrogatorio di garanzia, nel corso del quale i due romani hanno affermato che tornavano da Zurigo, dove avevano partecipato a un rave.