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Emergenza annegamenti nel lago di Como: 18 in venti mesi

Il Lario risulta il bacino più pericoloso d'Italia. È polemica sulle parole del sindaco Rapinese

La riva di Villa Gallia a Como
(Ti-Press)
20 agosto 2023
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L'aritmetica riferita agli ultimi venti mesi dice che il Lario, è il lago italiano in cui si è verificato il numero più alto di annegamenti, quasi uno al mese. Sono stati diciotto nei due rami del lago di Como. L'ultimo morto è un 56enne peruviano ieri a Pescarenico, sul ramo lecchese, a pochi giorni dalla tragedia di Ferragosto, a Mandello del Lario dalle parti del lido comunale, dove si è inabissata una 11enne marocchina, residente nel Lecchese e il cui corpo è stato recuperato l'indomani dai sommozzatori. Due giorni prima, nel primo bacino del Lario, nello specchio d'acqua che, complice il livello bassissimo prospiciente al Tempio Voltiano, nonostante i divieti e le multe, continua ad essere frequentatissimo, si è inabissato un 20enne egiziano, residente a Milano, deceduto qualche ora dopo il ricovero in ospedale.

Cinque delle nove tragedie comasche si sono verificate nel capoluogo. E questo dal giugno dello scorso anno con la scomparsa sempre al Tempio Voltiano di un giovane magrebino, il mese prima un 17enne, pure lui straniero, era annegato dopo un tuffo a Villa Geno. Nell'agosto 2022 un 64enne turista neozelandese a causa di un malore dopo un tuffo davanti al lido di Villa Geno non era riemerso. All'inizio di quest'anno un 36enne per sottrarsi alla cattura della polizia si era gettato, nella zona dei giardini, nelle acque gelate, del lago di Como andando incontro alla morte. Un episodio analogo anche nel gennaio dello scorso anno. Cinque annegamenti nel primo bacino del Lario (Torno, Tremezzina, Gravedona, Bellagio, Piona, Bellano, Lecco, Mandello del Lario, Colico, Pescarenico e due sommozzatori a Moregallo la geografia delle altre tragedie), fanno molto discutere.

Ci si interroga, considerato che si parla di un'aerea quella compresa fra il Tempio Voltiano e Villa Geno circoscritta, se non sia possibile adottare misure per evitare il ripetersi di tragedie angoscianti. Visto poi che i cartelli scritti in più lingue servono a poco. Le multe non sembrano essere un deterrente, così come presidi e controlli sporadici non contribuiscono a rendere sicura l'area del Tempio Voltiano. Una soluzione sarebbe quella di pensare alla presenza di bagnini. A Como se ne parla, pensando però alla prossima estate. Intanto, fanno discutere pure le parole di Alessandro Rapinese, che intervistato dal quotidiano comasco, ha affermato: “Se non sanno nuotare la responsabilità è loro. I comaschi invece conoscono i rischi”. Dura la reazione di Tommaso Legnami, segretario cittadino del Partito democratico: “Parole vergognose quelle pronunciate dal sindaco Rapinese in merito alle tragiche morti avvenute nel nostro lago. È inaccettabile che colui che rappresenta l'intera comunità liquidi con tale leggerezza una questione così delicata, scaricando tutta la colpa sulle vittime”.