Confine

Chi ha debiti col Comune non può iscrivere i figli al nido

A Como è polemica dopo la decisione presa dal sindaco. Presentata una proposta che alimenta la discussione

È polemica
(archivio Ti-Press)
13 agosto 2023
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È un decisione, quella presa dal sindaco di Como Alessandro Rapinese, di non iscrivere al nido i figli dei comaschi che hanno conti aperti con il Comune (tasse comunali non pagate), che, rilanciata dai media, è diventata un caso nazionale. Anche perché sembra fare a pugni con la Costituzione e scontrarsi con il principio, oltre che regola di civiltà, scolpito nella roccia che “le colpe dei padri non ricadono sui figli”.

In riva al Lario è polemica. Rapinese, del resto, non è nuovo a provvedimenti che hanno fatto discutere (giusto per ricordarne alcuni, il carro attrezzi per rimuovere le autovetture di “quei precisetti di svizzeri” e installare una cancellata per chiudere fuori i senza tetto dal portico dell'ex chiesa San Francesco). Nelle ultime ore la discussione è stata alimentata anche da una proposta e dalle considerazioni dall'avvocato Lorenzo Spallino, ex assessore e primogenito di Antonio Spallino (il sindaco più amato dai comaschi). La proposta-provocazione: “Mi cedete il credito e pago io per un bambino”.

Poi, la considerazione che sembra aver preso in contropiede Rapinese: “È sicuramente meritoria la lotta all'evasione, ma la Costituzione ha il merito di aver scelto una gerarchia dei diritti. Tra il diritto della Pubblica amministrazione a riscuotere somme che mostra di non riuscire a riscuotere e il diritto all'istruzione e alla cura dei più piccoli, sicuramente il primo cede il passo al secondo. Mi rifiuto di credere che una città come Como, nota per la misura ampia della sua accoglienza, possa rimanere impassibile di fronte a tutto questo”.

Considerazione-provocazione conclusiva dell'avvocato Spallino: “Le città del Rinascimento italiano sono caratterizzate dalla presenza di strutture dove la comunità si prendeva carico dei piccoli appartenenti a famiglie indigenti o privi di famiglie. Con i dovuti aggiornamenti nulla vieta che il Comune, se non vuole sopportare la spesa dei bambini al nido figli di genitori che non pagano le tasse, apra un fondo comune dove si possa versare le somme necessarie. Quando il comune le avrà recuperate, le restituirà. Se no, pazienza”.