Il procuratore generale Tarfusser è convinto dell'innocenza dei coniugi supposti autori della strage
Si torna nuovamente a parlare della strage di Erba, e della morte violenta di un bambino di due anni, di sua madre, di sua nonna e di una vicina di casa. O meglio della vicenda giudiziaria legata alla mattanza del dicembre 2006. L'occasione è fornita da una clamorosa decisione della Procura generale di Milano, che non chiederà la revisione del processo che ha condannato all’ergastolo gli autori della strage, Olindo Romano e Rosa Bazzi. C‘è di più: il procuratore generale Francesca Nanni ha firmato un esposto per chiedere l’apertura di un procedimento disciplinare a carico del suo sostituto che a marzo aveva formalmente avanzato la riapertura del caso. La notizia è stata anticipata da Luigi Ferrarella, cronista giudiziario di punta de ‘Il Corriere della Sera’: la Procura generale contesta a Cuno Tarfusser di aver «violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio» quando il 31 marzo depositò in cancelleria, di propria iniziativa, la richiesta di revisione della condanna dei coniugi Romano. Infrazione che consisterebbe nella «palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio che assegna all’Avvocato generale e al Procuratore generale – a cui spetta l’ultima parola sulla presentazione o meno dell’atto – la facoltà di richiedere la revisione di sentenze». Il pg Tarfusser è disciplinarmente accusato, senza delega del capo, di aver tenuto contatti con i difensori dei condannati, e da essi ricevuto consulenze scientifiche su nuove prove che scagionerebbero i coniugi erbesi. Prove convincenti per il pg Tarfusser, tanto da motivare la richiesta di revisione del processo, davanti ai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano.
Il magistrato milanese, ‘stoppato’ da Nanni, interrogato a Roma da un sostituto procuratore generale della Cassazione, nel corso dell'udienza di garanzia, si è difeso rivendicando la propria imparzialità nella ricerca di possibili circostanze a favore degli imputati. Inoltre, ha ribadito il suo convincimento sulla innocenza di Rosa e Olindo. Infine, ha respinto tutte le osservazioni contenute nel provvedimento della sua superiore.