Appello all'amministrazione comunale di seguire l'insegnamento di Don Roberto Malgesini: ‘Prendersi cura di chi vive ai margini della società’
È la fotografia dei senzatetto a Como quella che, scattata da ‘Como senza frontiere’, denuncia una situazione sempre più allarmante dovuta al fatto che è stato chiuso il dormitorio di via Borgovico. Da qui l'appello rivolto all'amministrazione comunale guidata da Alessandro Rapinese, che sin qui si è sempre dimostrata poca attenta ai problemi dei senza dimora, a seguire l’insegnamento di Don Roberto Malgesini e cioè a “prendersi cura di chi vive ai margini della società”.
Stando a Como senza frontiere, come scrive in un comunicato stampa, i senzatetto nel capoluogo lariano sono una quarantina; per cui “la prima richiesta per invertire la rotta è quella di uscire dalla logica emergenziale e di dotare la città di Como di un dormitorio permanente. La rete Como senza frontiere riunita in assemblea ha riconosciuto doveroso rompere il silenzio sull’inaccettabile situazione venutasi a creare per le persone senza dimora, migranti e native, nella città di Como a seguito dell’interruzione delle misure relative al Piano Freddo” si legge nel documento firmato dalla rete.
Secondo la stima dei volontari le persone che trovano riparo “sotto il portico dell’ex oratorio di San Rocco sarebbero una ventina. Otto sotto i portici della chiesa del Crocefisso. Tre persone sono all’ex chiesa di San Francesco. Tre in piazza Matteotti. Un gruppetto di senzatetto compare anche sotto i portici in via Maestri Comacini”. I volontari, nel comunicato, si dicono per questo motivo “amareggiati e preoccupati della situazione dei senzatetto di Como a seguito della chiusura del dormitorio invernale di via Borgovico, anche perché non sarà mai più riaperto”, in quanto l'immobile sarà ristrutturato per ospitare gli uffici dell'Amministrazione provinciale, che ne è la proprietaria.