Depositata la relazione intermedia della Commissione di indagine del Ministero dei trasporti. Poco spazio alla tesi della tragica fatalità
Torino – Una fune rotta per il "progressivo invecchiamento" dovuto a fenomeni non adeguatamente monitorati o forse, in alternativa, per un brusco "aumento di tensione". Poi il blocco dei freni di emergenza, che ha reso "disastroso" l’incidente. Ma nel tragico gioco entrano anche la scarsa preparazione del personale e le carenze nella gestione del servizio. È quanto si ricava dal lavoro della Commissione di indagine di Digifema – la direzione generale per le investigazioni ferroviarie e marittime, emanazione del Mit – sulle cause dell’incidente avvenuto il 23 maggio 2021 sulla funivia del Mottarone, costato la morte di 14 persone e il ferimento del piccolo Eitan.
I due ispettori al lavoro da un anno, hanno depositato la relazione intermedia. Il documento non indica ancora responsabilità precise, ma lascia poco spazio alla tesi della tragica fatalità: le cause tecniche sono legate a errori umani.
Quel giorno, mentre la cabina tre carica di passeggeri stava raggiungendo la stazione di arrivo, la fune traente si spezzò. Capire il motivo è fondamentale. Nel ventaglio delle ipotesi, sono due a prevalere. La prima è quella dell’"invecchiamento". Il tratto interessato è vicino all’attacco della cosiddetta ‘testa fusa’ ed è soggetto a "corrosione, tensioni, dissesti o torsioni". Fenomeni che andrebbero monitorati attentamente. Tanto che il costruttore, la Leitner, ha indicato la necessità di fare ispezioni trimestrali mediante smontaggio del cono terminale. Però i due 007 della Digifema sostengono che nel Registro giornale relativo al periodo fra il 7 ottobre 2020 e il 23 maggio 2021 "non è stata rinvenuta evidenza delle effettuazioni di tale controllo".
La seconda possibilità chiama in causa "l’aumento della tensione della fune", provocato "dall’inerzia della massa del contrappeso appoggiato sul tampone inferiore". In questo caso doveva scattare il dispositivo di finecorsa di arresto urgente. Non è scattato. Perché? Forse per "manomissione" o "errato montaggio".
L’inchiesta della procura di Verbania (con 14 indagati) è in pieno svolgimento. Moltissimi sono ancora gli aspetti da chiarire. Uno che ha incuriosito gli ispettori sono i tre misteriosi "rumori metallici" presenti nel video-audio dell’incidente: la loro "congruità temporale" con il filmato sarà oggetto di analisi nell’incidente probatorio disposto dai magistrati.