Le dimissioni di tre medici e il depotenziamento del servizio a Porlezza portano alla luce la carenza di personale sanitario nelle zone di frontiera
Nelle ultime settimane si sono dimessi tre medici dell’ospedale Erba-Renaldi di Menaggio. Uno di loro è stato assunto da una struttura ospedaliera cantonale. Gli altri due hanno scelto la libera professione. La defezione dei tre specialisti ha avuto quale effetto inevitabile la chiusura del reparto psichiatrico, con dodici posti letto. Lo si è appreso dopo che il Comitato per la difesa dell’ospedale ha sollecitato i sindaci dei comuni tra Lario e Ceresio che gravitano sulla struttura ospedaliera centro-lariana a fare qualcosa. A fronte di decine di milioni di euro stanziati da Regione Lombardia per il rinnovamento dei reparti e la dotazione di nuove strumentazione all’avanguardia, il presidio di Croce di Menaggio soffre da tempo una cronica carenza di medici e infermieri (pure loro in fuga verso il Ticino), che rende sempre più difficoltoso il suo funzionamento. Come conferma la chiusura del reparto psichiatrico. Quanto sia difficile la situazione tra Lario e Ceresio, lo dimostra il fatto che, anche nell’ambulatorio di Porlezza, il servizio di psichiatria è stato depotenziato. Insomma, per la carenza di personale medico e paramedico che nelle zone di frontiera è sempre più avvertita per via della fuga in Ticino dei professionisti della sanità, all’ospedale di Menaggio diventa sempre più difficile far fronte alla normale attività dei reparti. Per risolvere il problema del reparto di psichiatria a Menaggio, l’Ats Insubria di Como ha indetto bandi per l’assunzione di medici, finora senza esito.