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Mottarone, annullati i domiciliari per gestore e direttore

La Corte di Cassazione italiana ha annullato l’ordinanza del Tribunale del riesame nei confronti di Luigi Nerini ed Enrico Perocchio

(Keystone)
19 aprile 2022
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Nuovo colpo di scena nella vicenda della tragedia del Mottarone che è costata la vita a 14 persone. La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva disposto i domiciliari nei confronti di Luigi Nerini ed Enrico Perocchio, rispettivamente gestore e direttore della funivia. I loro legali avevano presentato ricorso lo scorso novembre contro quella decisione. La Suprema Corte ha disposto anche il rinvio a Torino. Tutto da rifare nel caso di Nerini, mentre il ricorso di Perocchio è stato accolto solo parzialmente: nei suoi confronti i giudici piemontesi dovranno soltanto rideterminare la misura cautelare. Solo il caposervizio della funivia Gabriele Tadini era stato sottoposto alla misura dei domiciliari. In particolare i giudici della Suprema Corte hanno ora annullato l’ordinanza impugnata nei confronti di Luigi Nerini, titolare della società concessionaria, "rinviando per un nuovo giudizio al tribunale di Torino" e hanno annullato anche "l’ordinanza impugnata nei confronti del direttore d’esercizio della funivia Enrico Perocchio limitatamente alla scelta della misura" rinviando "per un nuovo giudizio a riguardo al Tribunale di Torino".

La Corte ha rigettato nel resto il ricorso di Enrico Perocchio. Era stata la gip Donatella Banci Buonamici ad aver scarcerato, per prima, dopo due giorni di detenzione, il titolare della società concessionaria Luigi Nerini e il direttore di esercizio, responsabile della sicurezza, Enrico Perocchio con la decisione di non confermare i fermi, in quanto a suo dire non c’erano pericolo di fuga e nemmeno di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. L’unico a cui era stata applicata una misura, quella degli arresti domiciliari, era stato appunto Tadini, che aveva ammesso di aver lasciato inseriti i "forchettoni" sulla cabinovia per disattivare il sistema frenante e aggirare così l’arresto dell’impianto che avveniva di frequente. Lo scorso ottobre il tribunale del riesame aveva accolto il ricorso della procuratrice capo Olimpia Bossi disponendo i domiciliari per Perocchio e Nerini. Questa decisione della Cassazione è di nuovo in senso contrario. Ma la lunga battaglia giudiziaria non è conclusa.

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