Confine

Cinghiali, avvistamenti a Ponte Chiasso

A ridosso del confine svizzero tornano gli ungulati. Il comandante della polizia provinciale: nel 2021 abbiamo eseguito abbattimenti mirati

Sos cinghiali
(Ti-Press)
20 dicembre 2021
|

Allarme cinghiali a Ponte Chiasso dove sabato sera, attorno alle 2, ne sono stati avvistati due che giravano indisturbati in via Brogeda a ridosso della ramina con il rischio di causare qualche incidente. Tutto questo nonostante siano stati intensificati gli interventi per arginare la proliferazione degli ungulati.

Quest’anno abbattuti 498 esemplari

Sono 498 i capi abbattuti dalla polizia provinciale nel corso del 2021 nelle zone della ‘‘cintura metropolitana’’ che comprende i comuni a ridosso di Como, confinanti con il Mendrisiotto. Si tratta del piano, concordato con il prefetto di Como, che è andato avanti nelle zone a ridosso dei centri abitati. “Quest’ultimo avvistamento non ha causato problemi” spiega Marco Testa, comandante della Polizia provinciale. “Non stupisce che in questo periodo dell’anno gli animali escano dal parco della Spina Verde, che si estende sino a Chiasso, per cercare qualcosa da mangiare nei giardini e a ridosso delle abitazioni. Nel sottobosco le ghiande sono esaurite quindi è normale che facciano capolino verso le case. Nel 2021 abbiamo eseguito abbattimenti mirati, prelievi nella cintura urbana, a Ponte Chiasso, Monte Olimpino, Cernobbio e anche verso Brunate, sotto la costa che sovrasta la città. Sono interventi effettuati dal personale specializzato che sa come muoversi in caso di necessità. In questo momento siamo concentrati sull’Intelvese, ma questa segnalazione ci induce a porre più attenzione alle zone a ridosso del confine svizzero, proprio come lo scorso anno. Stiamo adottando una strategia già consolidata e in fase di potenziamento”. In questo periodo nel Comasco permane sempre l’obbligo di tenere i cani al guinzaglio anche nei boschi e in caso di avvistamento non si deve dare da mangiare ai cinghiali. A monte dell’aumento esponenziale dei cinghiali c’è come noto il prolungato stop subito dall’attività venatoria a causa dell’emergenza coronavirus.