All'elenco delle strutture comasche si aggiunge l'ospedale di Cantù. La Procura di Como promuove le accuse di omicidio colposo ed epidemia colposa
Sono 363 le morti per Covid-19 in 17 case di riposo comasche e all'ospedale di Cantù all'esame della magistratura lariana. Il dato si è appreso dopo che nei giorni scorsi i carabinieri del Nas hanno portato a termine le ispezioni ordinate dalla Procura di Como sulle 18 strutture sanitarie per le quali sono stati aperti altrettanti fascicoli d’indagine con l’ipotesi di reato – tutte a carico di ignoti – di omicidio colposo o di epidemia colposa.
Nell’ambito degli accertamenti penali, sono state sequestrate 363 cartelle cliniche, ovvero quelle di tutti i gli anziani deceduti nei mesi drammatici della pandemia nelle case di riposo di Como, Cantù, Erba, Alta Valle Intelvi, Appiano Gentile, Asso, Beregazzo con Figliaro, Canzo, Centro Valle Intelvi, Dizzasco, Dongo e Lipomo. Oltre cinquanta lutti a ''Le Camelie'' di Como in meno di due mesi, ovvero oltre la metà degli ospiti della casa di riposo.
I carabinieri hanno anche acquisito tutta la documentazione inerente la gestione dell’emergenza sanitaria nelle strutture finite sotto la lente: protocolli per la prevenzione, acquisti oppure ordini di presidi sanitari di protezione, gestione dei casi sospetti, procedure di allerta, numeri di contagi tra il personale sanitario, corrispondenza con le autorità regionali, in particolar modo per verificare l’effettiva applicazione delle disposizioni. Una mole di documenti che ora dovrà essere vagliata con grande attenzione da parte dei tre pubblici ministeri incaricati delle indagini: Antonia Pavan, Maria Vittoria Isella e Simone Pizzotti. Un'inchiesta tutt'altro che agevole e, soprattutto, tutt'altro che scontata: è scaturita da 26 esposti formalizzati in Procura dai parenti degli anziani portati via dal Covid-19.