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Futuro incerto per 'la regina del Verbano'

Dimora in rovina e parco vista lago: una delle aree private più pregiate attorno al Lago Maggiore. Il proprietario 88enne cerca chi la salvi

Veduta aerea del 'mirabile comparto'
12 febbraio 2020
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“Fortunato signore, e mi creda, diversamente non saprei come appellarla, in virtù dell’ambita ed esclusiva proprietà di Villa Poss, che oggi, pur nella sua decadenza, riesce ancora ad esprimermi una magnificenza senza eguali nell’intero nostro territorio”. La sindaca di Verbania Silvia Marchionini scriveva così, qualche anno fa, a Paolo Zanni, 88 anni, proprietario di una più che prestigiosa tenuta all’entrata di Intra.

Ma per Zanni quei 50mila metri quadri affacciati sul Verbano (un fronte lago di 750 metri lineari), costellati di sporadiche costruzioni per lo più in rovina – oltre che una fortuna – sono un gravoso impegno. Il suo fardello è trovare in tempi brevi un futuro degno a un sedime che la sindaca, nello stesso scritto, definiva un “mirabile compendio immobiliare”.

Tutti d’accordo, proprietario e autorità, in una trasformazione turistico-ricettiva, rispettando sia i vincoli pianificatori, sia quelli monumentali. Gli spazi per nuove edificazioni, da sommarsi al restauro della villa e delle altre strutture, non mancano. Ciò che invece si fa fatica a trovare sono potenziali investitori. Per questo Zanni ha orientato la bussola verso nord e in particolare verso la Svizzera e il Locarnese. «Ho letto del progetto, che non suscita unanimi consensi, di un resort sulla montagna che sovrasta la vostra città. Pensare che gli stessi promotori potrebbero spostarsi poco più giù, all’entrata di Intra, trovando ciò che cercano». Per Zanni, confortato dal supporto del Comune di Verbania, un possibile utilizzo di quella immensa proprietà potrebbe essere proprio una struttura alberghiera, con parco e Spa, per il turismo di lusso. «Sono certo che di un gioiello simile, una pennellata di rispetto a tutto il lago, beneficerebbe di riflesso anche il Ticino», afferma.

Vincoli monumentali

Nel passato Villa Poss si era conquistata la nomea di “Regina del Lago Maggiore”. Nessun’altra proprietà, per bellezza del luogo, esposizione, vista lago e ampiezza, poteva reggere il paragone, né sulla parte italiana, né sul bacino svizzero del Verbano.

Oggi, però, è una regina senza corona. Non restano che rovine e muri crollati, tracce di un fasto che non c’è più. Vestigia sottoposte a vincolo monumentale, da un decreto che comprende villa e, in modo inscindibile, l’enorme parco, con il quale forma un comparto ritenuto di rara qualità storico-architettonica. In altre parole, quel che resta andrà recuperato e valorizzato. Le tappe: trovare l’investitore con idea progettuale e avviare un dialogo con il Comune.

Zanni, che vive a Como con la moglie Mirella, ha comprato la villa 40 anni fa per trascorrervi momenti di relax assieme ad altri membri della famiglia. «Per un po’ abbiamo utilizzato la proprietà, ma poi diventava sempre più difficile riunirsi». Tanti i ricordi: «Nelle serre l’attore francese Charles Aznavour ha recitato alcune scene di un film. Poi ci sono le scuderie, affacciate direttamente sulla statale, il gazebo, la casa del custode e i terrazzamenti. I dieci punti di ingresso (5 cancellate più 5 portoncini in ferro), le stradine interne e i muri di cinta». E subito il discorso si proietta in avanti: «Future strutture potrebbero trovare spazio, incastonate nel parco, rispettando i diversi elementi». Pensabile la vendita a un privato facoltoso che possa farne la sua residenza? «Non si può escludere nulla, ma ci vuole la persona giusta».

Non badarono a spese nobili facoltosi e un ministro

Il 13 agosto 1798 il marchese Luigi Caccia Piatti di Novara ottiene l’appezzamento dalla Collegiata di San Vittore a Intra e due anni dopo inizia a costruirvi la sua residenza estiva. Successivamente cede il tutto a Giuseppe Prina, già ministro di Carlo IV di Savoia e poi ministro del regno italico napoleonico. Prina costruì la prima versione della villa, conglobandovi una torre medievale. In seguito, a quanto pare, morì linciato dalla folla durante i tumulti dell’aprile 1814 a Milano. Nel 1840 la proprietà passa ai Ballabio, poi al Conte Casanova e nel 1848 all’industriale cotoniero Frova, che nel 1860 la vendette al principe polacco Poniatowski. Quest’ultimo rifece tutta la villa, dandole l’aspetto che si poteva ammirare fino a poco tempo fa, prima che la torre e un’ala crollassero sotto il peso dell’incuria. Nel 1868 la lussuosa dimora e gli arredi (poi dispersi) furono messi all’asta. I muri furono comprati da Carlo Franzosini, facoltoso abitante di Intra, che fu sindaco e deputato. A lui si devono l’estensione del parco e la messa a dimora di specie esotiche. Ma pure la costruzione delle scuderie. Nel 1881 il comparto passò di mano un’altra volta: nuovo proprietario era il nobiluomo milanese Guiscardo Barbò, marchese di Soresina, che abitò la villa fino al 1922. Capelli rossi e barba fluente, il marchese incuteva soggezione e timore. Anche quando lasciò Intra, la dimora mantenne il suo nome. Infine, nel 1923, la proprietà fu ceduta all’industriale tessile trentino Giorgio Poss, il cui figlio Alessandro, nel 1940, ingrandì ulteriormente il parco. Una quarantina di anni fa l’ultimo passaggio a Zanni.