Colpa delle immissioni fluviali e degli scarichi non adeguati. Il monitoraggio di Legambiente Lombardia continua sul Ceresio e sul Verbano
Una zuppa di plastica nel lago di Como. Lo si sapeva già dallo scorso anno, a seguito del monitoraggio sul microbiologico di Goletta dei laghi, la campagna di Legambiente Lombardia. Solo che da un anno all'altro la situazione è peggiorata, come dimostrato dai dati forniti ieri al termine del monitoraggio 2018. Se l'inquinamento ha confermato la tendenza positiva in atto da anni grazie al potenziamento degli impianti di depurazione, non altrettanto si può dire per la presenza di plastica: 157mila frammenti per chilometro quadrato.
La superficie del Lario è di 145 chilometri quadrati, per cui i frammenti di plastica presenti sono 22 milioni e 765 mila. La zona più inquinata è risultata quella dell'Alto Lago, tra Santa Maria Rezzonico (Como) e Dervio (Lecco,) con un picco di oltre 500mila particelle per chilometro quadrato. I dati del monitoraggio (che continua sul Ceresio e sul Verbano) assegnano al Lario il primato nazionale dei laghi italiani per presenza di microplastiche. Colpa delle immissioni fluviali e degli scarichi degli impianti dei depurazione non adeguati a filtrare e trattare le microplastiche. Sotto accusa cotton fioc, sacchetti e bottiglie di plastica.
Legambiente Lombardia e Legambiente Como hanno colto l'occasione della presentazioni di Goletta dei laghi per sottoscrivere il 'Patto per il lago di Como, il Ceresio e i laghi minori', voluto dal Tavolo per la competitività e lo sviluppo della provincia di Como. L'attenzione ai cambiamenti climatici, al livello delle acque, alla tutela e alla valorizzazione del Lario sono alcuni degli obiettivi del patto, che vede impegnate nel ruolo di coordinamento le Camere di Como e di Lecco.