Sono passati dieci anni da quella che la storia ricorda come la strage di Erba. L’11 dicembre 2006 era lunedì, ed era ormai sera quando i pompieri vennero allarmati per l’incendio di un appartamento in via Diaz. Al suo interno i corpi senza vita di Raffaella Castagna, 30 anni, del figlio Youssef di 2 anni, dalla madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima si è salvato grazie a una malformazione della carotide che deviò il coltello. Le vittime sono state massacrate con dei coltelli e dai colpi alla testa sferrati con un corpo contendente. In carcere, condannati in via definitiva all’ergastolo, due vicini di casa: Olindo Romano e Rosa Bazzi. L’inchiesta e i tre gradi di giudizio hanno stabilito che la strage di Erba è maturata da liti condominiali sfociate in odio. L’anniversario ha trovato ampio spazio nelle edizioni domenicali dei quotidiani comaschi. Mentre i congiunti delle vittime hanno riservato ai social parole di ricordo. “Sono passati 10 anni da quella terribile notte ma non è passato giorno in cui io non abbia sentito la loro presenza, ma avrei preferito che questa presenza fosse fatta di momenti, di attimi vissuti insieme, di sguardi, di abbracci, di quotidianità e non di mancanza”. Rispondendo alle “parole dette sprecate, sussurrate, urlate” di questi 10 anni, il fratello di Raffaella Castagna spiega che “le vittime (...) erano parte della nostra vita, erano persone speciali, erano vite che una notte di dieci anni fa hanno pensato di portare via, hanno portato via la loro vita, ma non ci hanno portato via il loro ricordo”.