Speciale Economia

Obiettivi di crescita ambiziosi

Secondo tradizione, il governo cinese ha comunicato i suoi obiettivi di politica economica durante la seduta dell’Assemblea Nazionale del Popolo. Il target di crescita per il 2024 è stato mantenuto al +5%. Non deve sorprendere che gli osservatori occidentali abbiano nell’insieme reagito con scetticismo. Gli eventi del 2023 suggeriscono una certa cautela. Seppur l’obiettivo di crescita sia stato realizzato al fotofinish, la Cina ha deluso lo scorso anno. Durante la pandemia, le famiglie non hanno ricevuto il sostegno visto in Europa e negli Stati Uniti. La fiducia dei consumatori resta depressa. La crisi immobiliare priva la Cina di uno dei suoi principali motori di crescita. Il calo dell’inflazione e l’aumento dei rischi di deflazione osservati nel 2023 riflettono un’economia priva di dinamismo. Dobbiamo condividere tutto questo scetticismo? I piani di politica fiscale per il 2024 sono molto più espansivi di quanto suggerito dal deficit del 3% soltanto previsto dal governo centrale. Una volta aggiunti i piani di emissione di obbligazioni ultra-lunghe destinati a finanziare i progetti industriali e infrastrutturali dei governi centrale e locali, per il 2024, e quelli del 2023 ancora da completare, il deficit totale potrebbe superare l’8,5% (5,0-6,0% lo scorso anno). La politica fiscale sarà quindi chiaramente espansiva. Richiede però che i governi locali stiano al gioco, malgrado l’elevato indebitamento di cui soffrono. Da notare inoltre che generalmente il dirigismo in economia ben si adatta alla realizzazione degli obiettivi di breve periodo. Nella tradizione cinese, i piani infine vanno realizzati o superati. In caso contrario, la credibilità del governo ne verrebbe intaccata. Detto questo, riteniamo di poter escludere quest’anno sorprese marcatamente negative provenienti dalla Cina. Il colosso asiatico non danneggerà la crescita delle economie avanzate, né i mercati delle materie prime, confermando l’outlook di un 2024 privo di grossi rischi al ribasso.