"Oggi è il giorno della liberazione, il 2 aprile sarà per sempre ricordato come il giorno in cui l'industria americana rinasce, il giorno in cui il destino dell'America è stato ripreso, e il giorno in cui abbiamo iniziato a rendere l'America ricca di nuovo", ha detto il presidente statunitense annunciando i dazi nel giardino delle rose della casa Bianca. "Per decenni il nostro Paese è stato derubato, ma questo non accadrà più", ha sottolineato.
Contro l'Unione Europea - che "è molto dura" ha detto Trump - dazi del 20%. Ma Trump ha dazi per tutti, nemici ed alleati: tra i "nemici", la Cina è stata colpita da un dazio del 34% ma non va molto meglio al tradizionale alleato di Taiwan, con il 32%; sulla stessa linea Indonesia (32%), Svizzera (31%) e Sudafrica (30%).
I dazi sono grosso modo calibrati su un valore pari al 50% di quelli in vigore nei confronti delle esportazioni americane: sul podio vi sono Cambogia, Laos e Madagascar colpiti rispettivamente da tariffe pari al 49%, 48% e 47%.Trump ha poi elencato le tariffe decise contro una serie di Paesi, tra cui del 24% sul Giappone e del 26% sull'India, che è "molto, molto dura". E poi su Israele del 17%.
In fondo alla lista una serie di Paesi colpiti da un dazio del 10%: la Gran Bretagna - che la special relationship non ha escluso dal provvedimento - Brasile, Argentina, Arabia Saudita, Australia e Turchia.
Mentre firmava il nuovo ordine esecutivo sui dazi, il presidente degli Stati Uniti ha trasformato il giardino delle rose in un palco politico, attaccando gli alleati, difendendo la svolta protezionista e parlando anche di politica estera.
"In molti casi, gli amici sono peggiori dei nemici in termini di commercio", ha dichiarato il presidente, criticando ad esempio l'Unione Europea e il Canada, che dal suo punto di vista hanno approfittato per anni della generosità americana.
Trump ha ammesso che le nuove misure potrebbero causare "un po' di dolore" agli americani, in termini di rincari, ma ha definito il sacrificio necessario e momentaneo: "Ne vale la pena. Stiamo mettendo il nostro popolo al primo posto".
Durante il discorso, il presidente ha mostrato grafici di dati sulle tariffe per rafforzare il messaggio: i dazi non sono improvvisati, ma "misurati e reciproci".
In un breve passaggio, Trump ha anche fatto riferimento alle tensioni in Medio Oriente e rispetto al conflitto russo ucraino ha detto "dobbiamo mettere fine". "Stiamo ricevendo buona cooperazione da Ucraina e Russia", ha detto.
Dopo l'annuncio dei nuovi dazi da parte di Donald Trump, il segretario al Commercio americano, Howard Lutnick, ha avvertito i Paesi colpiti di "non reagire" alle misure.
Anche il segretario al Tesoro americano Scott Bessent, in un'intervista a Fox news, ha avvertito i partner commerciali che qualsiasi ritorsione alla raffica di nuovi dazi della Casa Bianca porterà da un'ulteriore escalation.
"Il mio consiglio a ogni Paese in questo momento è di non reagire. State calmi, vediamo come va. Perché se reagirete, ci sarà un'escalation", ha detto Bessent.