Le imprese, pur rimanendo relativamente piccole, si sforzano di investire in input decisivi per l’innovazione. Si punta anche sulla collaborazione.
Ricerca e sviluppo, innovazione: termini molto di moda nella retorica aziendale e politica, che però vengono spesso utilizzati in modo confuso e superficiale. Ma come se la cavano davvero le imprese ticinesi quando si tratta di tradurre nuove idee in nuovi prodotti e servizi? A capirlo meglio ci aiuta un recente studio dell’Ufficio di statistica (Ustat), che elabora per la prima volta anche a livello regionale i dati della Swiss Innovation Survey, indagine biennale svolta dal centro di ricerche congiunturali Kof del Politecnico di Zurigo. Le conclusioni, in breve: “Gli indicatori calcolati ci mostrano una situazione complessiva cantonale – in particolare delle imprese private ticinesi – non molto diversa da quella nazionale. In alcuni casi i valori risultano superiori rispetto a quelli di diverse altre grandi regioni. I risultati principali illustrano come il Ticino sia meno innovativo rispetto ad altre grandi regioni, come Zurigo. D’altra parte in Ticino la quota di aziende innovative che fanno ricerca e sviluppo è maggiore. In particolare, le aziende del settore privato cantonale mostrano una maggiore propensione a collaborare direttamente con altri partner o a partecipare a progetti di ricerca (nazionali o internazionali)”.
La discrepanza tra ricerca e innovazione potrebbe sembrare contraddittoria, ma si tratta di dati che vanno osservati con cautela, a partire dalle definizioni: per ‘ricerca e sviluppo’ (R&S) si intende sia il lavoro teorico o sperimentale di base, cioè non orientato ad applicazioni dirette, sia quello orientato a uno scopo imprenditoriale più specifico, e infine il lavoro finalizzato alla creazione o al miglioramento concreti di prodotti o processi (lo sviluppo, appunto). Questo conduce alla messa sul mercato di prodotti e servizi innovativi, ma non si tratta di un esito scontato o lineare.
Ad ogni modo, gli indicatori elaborati dal Kof presso il settore privato permettono di notare che in Ticino il 16,1% delle aziende fa ricerca e sviluppo, una percentuale che sale al 43,3% tra quelle che arrivano sul mercato con prodotti o tramite processi effettivamente innovativi. Il dato è superiore a quello nazionale (rispettivamente 12,6% e 35,6%). Al contempo, però, occorre notare che le imprese ticinesi sono mediamente più piccole rispetto a quelle di alcuni grandi poli d’oltre Gottardo: se a Zurigo si contano mediamente 205 impiegati (calcolati come equivalenti a tempo pieno) per ogni azienda innovativa che fa R&S – per non parlare dei 268 nell’Espace Mittelland – il Ticino si ferma a 42, col risultato che anche la spesa mediana in R&S è più bassa. In sintesi – e sempre ricordando che stiamo confrontando realtà dalle dimensioni molto diverse – il nostro cantone appare più attivo sul fronte della ricerca, ma il suo impatto complessivo sull’innovazione rimane giocoforza più circoscritto.
Se insomma il Ticino non è la Silicon Valley, non è neppure una landa desolata sulla lunga (e spesso internazionale) filiera che parte da nuove idee e conoscenze per arrivare sul mercato con qualcosa di nuovo. In questo aiutano molto anche i poli universitari e di ricerca e le possibilità di collaborazione ‘extra moenia’, non solo entro i confini svizzeri, ma anche sfruttando le sinergie con le regioni confinanti.
A livello di grande regione, in effetti, sono proprio il Ticino e la Svizzera centrale a contare le maggiori percentuali di aziende che fanno ricerca e sviluppo in sedi all’estero: rispettivamente il 34,4% e il 33,3%. Questo può avvenire per i motivi più svariati: costi inferiori, profili più adeguati, agevolazioni fiscali. Nella media nazionale è invece la quota di aziende innovative ticinesi che affidano ricerca e sviluppo in ‘outsourcing’ a ditte e istituti terzi: circa una su quattro esternalizza le attività di R&S.
Infine, è incoraggiante constatare una buona diffusione dei ‘consorzi’ e delle collaborazioni tra diverse realtà aziendali o tra un’azienda e qualche istituto di ricerca, così da trascendere ancora una volta i limiti imposti dalle proprie dimensioni e risorse: in Svizzera il 36% delle aziende innovative collabora con altri partner, in Ticino il 43%. Un record nazionale e un’istantanea che lascia intuire quanto possano essere importanti anche i servizi offerti dalla dimensione pubblica, ad esempio attraverso Usi e Supsi.