Nessun seguito alle dichiarazioni del presidente Axel Lehmann riguardo alla fuga di capitali dei clienti subita dalla banca alla fine del 2022
L’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) non ritiene necessario aprire un’inchiesta in seguito alle dichiarazioni del presidente di Credit Suisse Axel Lehmann riguardo alla fuga di capitali dei clienti subita dalla banca alla fine del 2022.
L’esame preliminare della Finma è quindi concluso.
Il numero due bancario elvetico è stato informato dal "gendarme elvetico dei mercati finanziari" che la "Finma non intravvede alcun motivo per aprire un procedimento" nei confronti di Credit Suisse, ha indicato l’istituto in una nota.
Sempre in un comunicato, l’autorità di vigilanza ha tuttavia "espresso alla banca le sue chiare attese per quel che concerne la comunicazione futura".
La Finma si interessava in particolare alle affermazioni di Axel Lehmann "potenzialmente fuorvianti" riguardo alla fuga di capitali dei clienti alla fine dello scorso anno. In piena ristrutturazione, dopo le vicende Archegos e Greensill, l’istituto di credito zurighese ha subito nel 2022 un massiccio ritiro di liquidità dell’ordine di 123,2 miliardi di franchi, di cui 110,5 miliardi nel solo quarto trimestre.
La Finma intendeva sapere in che misura Axel Lehman e altri quadri dirigenti della banca in difficoltà fossero a conoscenza che clienti di Credit Suise continuavano a ritirare soldi, mentre il presidente aveva pubblicamente affermato che la fuga di capitali si stava esaurendo, aveva riferito l’agenzia Reuters a fine febbraio.
Ad inizio dicembre Axel Lehmann aveva dichiarato alla radio svizzero-tedesca Srf che le "uscite di denaro si erano stabilizzate". All’agenzia Bloomberg aveva detto, lo stesso mese, che la fuga di capitali era "praticamente conclusa".