Economia

Wall Street chiude il peggior semestre da 50 anni a questa parte

Una brutta notizia per il presidente Usa Biden, che si muove fra lo spettro di una recessione e quello di un’inflazione record

Una facciata scura
(Keystone)
1 luglio 2022
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Wall Street conclude il suo peggior semestre da almeno 50 anni, dopo aver chiuso una giornata tutta in rosso. Un’altra brutta notizia per Joe Biden, i cui consensi nei sondaggi sono ai minimi, soprattutto sul fronte economico, tra lo spettro di una recessione, un’inflazione record e crescenti tassi di interesse che erodono i salari, innescano tagli aziendali e minano la fiducia dei consumatori.

L’ultimo dato del ^Dipartimento al commercio segnala un rallentamento delle spese individuali, cresciute in maggio solo dello 0,2%, contro una previsione di almeno 0,4%. Ma ora anche la Borsa trema. Tutti e tre gli indici hanno finito il mese e il secondo trimestre in territorio negativo.

Indici negativi

In particolare nei primi sei mesi il Dow Jones ha subito il peggior crollo percentuale dal 1962, mentre l’indice S&P 500, bussola di molti portafogli azionari e di conti pensionistici, nelle ultime settimane è entrato in ‘zona orso’ bruciando il 21% da gennaio, la peggior perdita semestrale dagli anni Settanta: un raro e fosco segno di pessimismo.

Il sell-off è stato a 360 gradi, con l’energia unico settore a guadagnare: il barile di petrolio a oltre 100 dollari e il gas a prezzi record a causa del conflitto in Ucraina.

E società leader come Apple, Disney, JPMorgan Chase e Target sono crollate più della media del mercato azionario.

Bond sensibili alle fluttuazioni del mercato

Non se la passano certo meglio i bond, che sono particolarmente sensibili alle condizioni del mercato, riflettendo i cambiamenti nell’inflazione e nei tassi di interesse più direttamente delle azioni: l’indice che traccia i bond decennali, un parametro chiave per i costi dei prestiti, ha registrato un calo di circa l’11% del prezzo. Analisti della Deutsche Bank sono dovuti risalire alla fine del XVIII secolo per trovare una performance semestrale peggiore di bond equivalenti. E questo è forse un segno ancora più preoccupante sullo stato dell’economia americana.

Vanno male anche i Bitcoin

Non si salvano neppure i Bitcoin, che si pensava potessero offrire un rifugio in questa tempesta perfetta: nei primi sei mesi hanno lasciato sul terreno oltre il 50%.

A complicare la situazione, erodendo il potere d’acquisto degli americani e i profitti aziendali, c’è anche una inflazione galoppante ai livelli di oltre 40 anni fa, aggravata dal crescente prezzo del cibo e dell’energia a causa della guerra in Ucraina. Con la Fed decisa a combattere a tutti i costi l’inflazione aumentando i tassi di interesse, anche a costo di causare una recessione. Il prossimo banco di prova sul trend dell’economia saranno i dati del secondo trimestre delle aziende, che saranno attentamente scrutinati per capire se si naviga verso il peggio.