In marzo l’attività manifatturiera si è contratta del 7,5% a causa delle misure sanitarie per contenere l’epidemia di Omicron
Pechino – L’ondata di Covid-19 ha causato a Shanghai una contrazione della produzione industriale a marzo pari al 7,5% annuo per la prima volta da marzo 2020 a causa delle misure draconiane di contenimento della variante Omicron.
Lo ha riferito Wu Jincheng, presidente dell’agenzia di pianificazione economica dell’hub finanziario cinese, precisando che nel primo trimestre 2022 la crescita ha accusato un rallentamento a +4,8%. Le statistiche diffuse oggi non hanno incluso le fabbriche più piccole e i dati comparativi per il quarto trimestre 2021.
Il trend, tuttavia, è preoccupante considerando che Shanghai genera quasi il 5% del Pil cinese, avendo manifatture avanzate come Tesla e Smic, il colosso dei semiconduttori del Dragone. Nel 2021 il valore aggiunto della produzione del settore industriale ha toccato per la prima volta la cifra di 1’000 miliardi di yuan (155 miliardi di dollari), la più alta tra tutte le città del Paese.
Ad oggi, hanno riferito i media cinesi, il 70% delle 666 imprese chiave individuate a Shanghai dal Ministero dell’industria e dell’Information Technology ha ripreso le attività dopo la chiusura provocata dal lockdown di fine marzo.