La banca ha deciso di ridurre la sua rete da 146 a 109 succursali. Natalia Ferrara (Asib-Ticino): 'Temiamo che altri istituti annuncino tagli'
Fino a 500 posti di lavoro: a tanto potrebbe ammontare il taglio occupazionale in Svizzera annunciato oggi da Credit Suisse. Lo ha detto il responsabile dell'unità elvetica del gruppo, André Helfenstein.
Impiego non equivale a persona, ha puntualizzato il manager in una teleconferenza per i giornalisti. L'intenzione è quella di assumere nuovo personale in altri comparti e quindi di trovare una sistemazione alternativa per i dipendenti interessati dalla ristrutturazione. Anche la fluttuazione naturale dovrebbe aiutare a evitare licenziamenti.
Helfenstein ha pure precisato che entro due settimane sarà comunicato quali filiali chiuderanno. La banca ha deciso di ridurre la sua rete da 146 a 109 succursali: e non è escluso che in futuro la contrazione possa proseguire, ha aggiunto il dirigente rispondendo a una domanda. È comunque troppo presto per dire quello che accadrà fra cinque anni.
L'istituto presenterà inoltre una nuova offerta digitale orientata alla clientela medio-piccola. Credit Suisse vuole in tal modo guadagnare quote di mercato presso i giovani. I dettagli saranno comunicati in settembre, in ottobre partirà l'offerta concreta.
L'Asib (Associazione svizzera impiegati di banca) deplora la decisione di ristrutturare in un momento di grave incertezza economica e chiede la sospensione dei licenziamenti fino alla fine dell'anno. "Il Credit Suisse disattende la solidarietà richiesta verso il personale e un mercato del lavoro in seria difficoltà", si legge in una nota nella quale si fa riferimento anche al Ticino già colpito in passato dalla crisi della piazza finanziaria. Solo due anni fa il Crredit Suisse ha infatti chiuso le succursali di Biasca e Tenero. In Ticino l'Asib si attende una maggiore assunzione di responsabilità da parte della seconda banca svizzera.
Natalia Ferrara, responsabile dell'Asib in Ticino, è preoccupata per la situazione occupazionale in un settore, quello finanziario, già colpito negli anni scorsi da tagli e ristrutturazioni. «In questi mesi gli impiegati di banca sono stati particolarmente sollecitati. Molti istituti bancari hanno potuto beneficiare di autorizzazione per il lavoro notturno e festivo proprio per far fronte alla mole di lavoro accresciuta ed evadere le numerose domande di credito da parte delle Pmi (crediti Covid-19, ndr)». «Proprio per questo ci attendavamo maggiore sensibilità sociale da parte dei datori di lavoro», aggiunge Ferrara la quale aggiunge che «ora si teme che altri istituti annuncino piani di risparmio in un momento particolarmente difficile per il mercato del lavoro come, purtroppo, mostrano i dati sull'occupazione in forte calo in Ticino».