Cinema

Anche la Francia premia ‘Emilia Pérez’: 7 Cézar

Tra i riconoscimenti ricevuti, anche quelli per il miglior film e la miglior regia. Il regista Jacques Audiard è tra i più premiati del cinema francese

Jacques Audiard
(Keystone)
1 marzo 2025
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Nonostante le polemiche, Jacques Audiard ha trionfato venerdì scorso ai César vincendo sette trofei per la sua commedia musicale ‘Emilia Perez’, tra cui miglior film e miglior regia. E per domenica, presumibilmente, altro arriverà dalla Notte degli Oscar. “Il piacere di nascondersi, il terrore di non essere scoperti, grazie per avermi trovato!”, ha dichiarato il regista 72enne, parafrasando lo psichiatra britannico Donald Winnicott dopo aver ricevuto il premio dalle mani della regista Justine Triet, incoronata l'anno scorso per ‘Anatomia di una caduta’.

Lodato a Cannes, dove le sue attrici hanno ricevuto un premio collettivo per la performance, il film si è poi guadagnato il record di una produzione non anglofona di 13 nomination agli Oscar, prima di subire una caduta precipitosa, quando i vecchi tweet razzisti e islamofobici di Karla Sofía Gascón sono riemersi, mettendo a repentaglio le sue possibilità di vincere gli Oscar. Gascón, dalla quale il regista aveva finito per prendere le distanze, è stata nominata al César per la migliore attrice, così come Zoé Saldaña, accanto a lei all'Olympia. Audiard è diventato uno dei registi più premiati nella storia dei César, dopo i suoi trofei per ‘Un sapore di ruggine e di ossa’, ‘I fratelli Sisters’, ‘Il profeta’ o ‘Tutti i battiti del mio cuore’. Camille e Clément Ducol sono stati premiati per la musica del film.

‘Disgustato’

I grandi successi popolari dell'anno, ‘Il conte di Montecristo’ e ‘L'Amour ouf’ di Gilles Lellouche, che hanno totalizzato più di 14 milioni di spettatori in Francia, sono stati ignorati. Pari trattamento è stato riservato a ‘Un p'tit truc en plus’ di Artus, 10,8 milioni di entrate in Francia, nominato per il premio alla miglior opera prima, che è andato invece a ‘Vingt Dieux’, film che segna il debutto di Louise Courvoisier (Artus si è detto “disgustato”). ‘Il conte di Montecristo’ deve accontentarsi di premi tecnici e l'attore protagonista, Pierre Niney, si è visto superato da Karim Leklou, per il suo ruolo di uomo fragile e padre adottivo in ‘Le Roman de Jim’ di Arnaud e Jean-Marie Larrieu. Alain Chabat ha vinto come non protagonista per ‘L'Amour ouf’.

‘La storia di Souleymane’

I Césars hanno incoronato due migliori attori esordienti, tra cui l'ex guineano clandestino Abou Sangare, regolarizzato dopo il successo di ‘La storia di Souleymane’ per il suo ruolo di fattorino di biciclette. “Dopo essere arrivato in Francia non avevo quasi più vita, vivevo tra gli uomini, così, non mi consideravo più un essere umano”, ha detto Sangare, 23 anni, sul palco dell'Olympia. Questo film a basso budget, che ha raccolto 600mila spettatori, ha vinto quattro César, tra cui migliore sceneggiatura originale e migliore attrice non protagonista (Nina Meurisse).

Sul versante femminile, Hafsia Herzi, 38 anni, ha vinto per il suo ruolo di guardia carceraria nel thriller corso ‘Borgo’. È stata una studentessa agricola della BTS a Vesoul, Maiwène Barthelemy, ad aggiudicarsi il premio per il suo primo ruolo al cinema in ‘Vingt Dieux’. La giovane detto di essere “orgogliosa di rappresentare” la professione di agricoltore. Un'utima parola per Julia Roberts, che ha ricevuto da Owen Wilson il premio alla carriera