laR+ La recensione

Sarà perché ci amano (pizza, pasta e Moon & Stars)

Siamo quelli della Dolce Vita, è così che vedono noi ticinesi dopo Airolo. Quale migliore occasione per celebrarci con del buon italopop (ieri a Locarno)

I Ricchi e Poveri (non sono gli avatar)
(Ti-Press)
12 luglio 2024
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La borsa con la scritta ‘Dolce vita’ ha un prezzo abbordabile, come il biglietto per accedere a questa festa italiana. Siamo nell’enclave svizzerotedesca denominata ‘Moon and Stars’, che quest’anno ha scelto come sua stella Lenny Kravitz, uno che a Locarno è una specie di resident artist, per la soddisfazione del pubblico femminile, perché anche l’occhio vuole la sua parte (ma l’occhio ogni tanto potrebbe pure guardare da altre parti, che di belli e bravi in giro ce n’è parecchi). Come il Locarno Film Festival, l’enclave Moon and Stars cambia ogni anno la viabilità della città, chiamando moccoli ai residenti (“Mòccolo: imprecazione, bestemmia”, fonte Treccani); in quanto enclave, Moon and Stars ha le proprie regole, le proprie leggi e una lingua propria...

“Signore e signori, benvenuti a Locarno. Un caro benvenuto in Piazza Grande di Locarno” (sic). Passano gli anni e gli organizzatori continuano a scriversi i testi da sé. Basterebbe poco per pagare una voce italofona, ma qui di italofona c’è solo Nella Martinetti che (nemmeno con la propria voce) intona l’inno dell’enclave: ‘Bella musica’. Poi, a nome dello sponsor, la finta voce italofona chiede “Siete pronti per un grande concerto?”, e a noi viene in mente Madonna a Torino nel 1987 (“Ciao Italia, siete caldi? Ànchio”).

‘Mooier Dan Woorden Ben Jij’

In finlandese ‘Sellaista Elämä On’, in tedesco ‘Wer liebt dich halb so wie ich’, ma anche ‘Das ist, weil ich dich liebe’; in danese ‘Hvor Ska’ Vi Sove I Nat?’, in svedese ‘Var ska vi sova i natt?’, in inglese ‘Rock it rock it tonight’, ma se la sono filata in pochi; in francese ‘Je m’envole avec toi’, oppure ‘Les nouveaux romantiques’. Per chi volesse cantarla in olandese, ‘Een zomeravond met jou’ o anche ‘Mooier Dan Woorden Ben Jij’. Chissà quante altre versioni ci saranno al mondo di ‘Sarà perché ti amo’, canzone che il cinema ha voluto con sé da Pieraccioni a Susanne Bier, da Asterix all’horror francese ‘Alta tensione’, una cosa che poco c’entra con l’amore (perché in quel film la gente si fa a fette con l’accetta).

Da Piazzetta Remo Rossi, dove suonarono qualche anno fa, alla Piazza Grande di Locarno il passo è breve e il palco più grande. I Ricchi e Poveri cominciano proprio dal loro manifesto, sul quale i camerieri dei portici servono le pizze con una mano e con l’altra fanno il video. Prima in quattro, poi in tre, ora in due, i Ricchi e Poveri più recenti sono quelli infiocchettati di rosso sul palco di Sanremo. Più di recente, qualcuno (‘Propaganda’) li ha immortalati nell’ultima tappa della campagna elettorale di Forza Italia, “testimoni del Made in Italy” a offrire servigi canori al candidato europeo Antonio Tajani. Il divertente momento televisivo (la politica che va ai concerti è sempre un momento divertente) fu abbastanza impietoso per Angelo Sotgiu e Angela Brambati, che da tempo fanno il proprio dignitoso mestiere e al contrario di Iva Zanicchi non hanno mai chiesto di votare Berlusconi.

Ma in Piazza Grande tira tutta un’altra aria: “Ciao Locarno, bella Locarno”, dice Angela nella lingua del posto, davanti a un pubblico di giovani, meno giovani, molto meno giovani, bimbi e famiglie al completo, nella piazza piena come ai tempi dei Simple Minds. “Questa è la nostra prima incisione, quella di quando eravamo dei bambini. Parte ‘L’ultimo amore’, cover di ‘Everlasting Love’ dei Love affair, e l’amore trionfa.

La senti questa voce

È in mezzo a tutto questo Love che per oltre un’ora sfila il canzoniere italopop con dentro ‘Voulez vous dancer’, ‘Souvenir d’Italie’, ‘Canzone d’amore’, ‘Come vorrei’, ‘Ma non tutta la vita’ e ‘La prima cosa bella’, fino alla preghiera laica ‘Che sarà della mia vita chi lo sa’ (ci piace chiamarla così) e a ‘Mamma Maria’. Mentre svizzerotedeschi, svizzerotedesche, italiani e autoctoni danzano in armonia come in una Woodstock digitale, il pensiero va alla valle vicina, con la speranza che questa gioia di piazza sia servita a qualcuno, e va anche agli autori delle canzoni che a ogni esecuzione del pezzo che hanno scritto – anche grazie al 78enne Sotgiu e alla 76enne Brambati, che al contrario degli Abba non sono avatar – prendono soldi senza fare niente, che è una delle cose più affascinanti del diritto d’autore.


Ti-Press
Lo dice la foto

Piazza Grande panorama

Lo Stash che sputava sul pubblico non c’è più e chissà, forse il metallaro abituato ai frontman che decapitano i pipistrelli (è sull’Enciclopedia del Rock) lo avrebbe preferito così. Ma è passata una vita dalle bizze di gioventù e adesso Antonio Fiordispino è un elegantone con belle idee in testa e i The Kolors tutti insieme sono un juke box di successi che rimescola ad arte cellule sonore degli anni Settanta e Ottanta per fabbricarvi cose ritmicamente tanto belle.

Iniziano funky come in ‘Keep on Smiling’, e alla Nile Rodgers come in ‘Non è vero’, poi sanremesi come ‘Frida (mai mai mai)’ finiscono dritti in ‘Karma’, un po’ ‘Take on Me’ e un po’ ‘Enola Gay’, in nome e per conto del tormentone estivo 2024. In realtà, tutto il set è un tormentone, o una Platinum Collection che dir si voglia: da ‘Cabriolet panorama’ a ‘Everyday’ a ‘Italodisco’, e che è italodisco lo dice il titolo. Altro amore – “È stato bellissimo, vi amiamo, ci vediamo presto” – e una mezz’ora più tardi arriva Gabry Ponte con le sue manopoline. Recensire quelli che mettono i dischi è cosa che ci riesce un tantino complicata, così per non fare brutta figura preferiamo chiuderla qui, non senza citare – anche qui con un pensiero alla ripartizione dei diritti d’autore – un abbonante estratto letterario dalla sua canzone più mixata, ‘Blue (Da Ba Dee)’: “Da ba dee da ba di / Da ba dee da ba di / Da ba dee da ba di / Da ba dee da ba di / Da ba dee da ba di / Da ba dee da ba di / Da ba dee da ba di”.

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