Cinema

Addio ad Anouk Aimée, musa della Dolce Vita

Fra i film che la videro protagonista, anche ‘Un uomo, una donna’ di Claude Lelouch. L'attrice francese aveva 92 anni

A Berlino nel 2003
(Keystone)
18 giugno 2024
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Per sempre una stella nel cielo di Montmartre, il suo amato quartiere sulle pendici del Sacro Cuore, a Parigi: è morta all'età di 92 anni l'attrice francese Anouk Aimée, indimenticabile protagonista de ‘La Dolce Vita’ e di ‘Otto e 1/2’, di Federico Fellini, al fianco di Marcello Mastroianni. Fra i film che la videro protagonista, anche ‘Un uomo, una donna’ di Claude Lelouch, cronaca di un amore indimenticabile sulla spiaggia di Deauville. “Con mia figlia, Galaad, e mia nipote, Mila, abbiamo l'immensa tristezza di annunciarvi la scomparsa della mia mamma, Anouk Aimée”: questo il post su Instagram con il quale la figlia dell'attrice, Manuela Papatakis, ha annunciato la morte della madre. “Ero proprio accanto a lei, quando questa mattina si è spenta, nella sua casa, a Parigi”, aggiunge la figlia.

Anouk Aimée, popolarissima ma vera icona in Italia e in Francia, ha girato film con Federico Fellini, Claude Lelouch, Jacques Demy, Sydney Lumet, George Cukor, Julien Duvivier e molti altri grandi registi. “È stata una delle attrici più belle al mondo, aveva occhi carismatici e una voce profonda. Non doveva fare troppi sforzi sul set, aveva una luce che ammaliava”, ricorda all'Ansa il regista Marco Bellocchio, che con lei fece un grande film del 1980, ‘Salto nel vuoto’ con Michel Piccoli, che valse a entrambi gli attori il premio al festival di Cannes. Era nata a Parigi nel 1932, il suo vero nome era Nicole Dreyfus, e cominciò a recitare per il cinema negli anni Quaranta. La sua carriera decollò con la Nouvelle Vague negli anni Sessanta. Con Fellini, oltre a ‘La Dolce Vita’, fu protagonista anche in ‘8 e 1/2’. “È una festa la vita, viviamola insieme”, dice Guido (Marcello Mastroianni) rivolgendosi alla moglie Luisa (Aimée), nel finale del film premio Oscar 1964. “Non so se quello che hai detto è giusto, ma posso provare, se mi aiuti”, risponde lei, aprendo così la ‘Passerella d'addio’ sulle note di Nino Rota: tra le scene più celebri del cinema mondiale.

Per i francesi, il film che l'ha resa immortale è stato ‘Un uomo, una donna’ di Lelouch, al fianco di Jean-Louis Trintignant, film Palma d'Oro a Cannes (nel 1966) e con le musiche altrettanto indimenticabili di Francis Lai, che le valse il Golden Globe come migliore attrice nonché una nomination agli Oscar. “Anouk, la mia Nounouk, ci ha lasciati questa mattina. È sempre stata una compagna di viaggio, la mia amica di sempre. Mi ha dato tutte le mie fortune e mi ha detto ‘sì’ quando, giovane cineasta, gli altri mi dicevano ‘no’. Grazie a lei, solamente a lei, ho frequentato la luce”, è l'omaggio pubblicato su Instagram da Claude Lelouch. “La sua silhouette e la sua grazia – prosegue il regista 86enne – resteranno per sempre scolpite sulle spiagge di Normandia. Dopo aver fatto sognare la terra intera, ora farà sognare gli angeli”.

Nel corso della sua carriera, Anouk Aimée ha prestato il proprio talento ai più grandi registi del cinema franco-italiano del XIX secolo. A lanciarla, nell'immediato dopoguerra, fu André Cayatte, con gli ‘Amanti di Verona’ (1949). “Ho cominciato con Carné, Becker, Duvivier, Bertolucci, Lumet, Altman...(Claude) Lelouche è stato qualcuno di importante per me e Fellini era il Monte Bianco. È come la mia famiglia. Ce ne sono dal lato di madre e dal lato di padre”, disse intervistata dall'agenzia France Presse, nel giorno in cui le consegnarono l'Orso d'Oro alla carriera a Berlino. L'attrice, che è stata sposata con il regista Nico Papatakis, con il compositore Pierre Barouh e con l'attore britannico Albert Finney, si era fatta più discreta negli ultimi anni, salvo un commovente ritorno a Cannes nel 2019, per riformare la coppia leggendaria di ‘Un uomo e una donna’ con Trintignant, in un sequel girato da Lelouch.

“Anouk che porta bene il suo cognome – l'abbiamo tanto amata!”, scrive su X la ministra francese della Cultura, Rachida Dati, giocando sul cognome dell'attrice, ‘aimée’, che in francese significa ‘amata’ al femminile. Una “parigina nel cuore, abitante del 18/o arrondissement e della Butte (collina) di Montmartre che amava tanto. Non dimenticheremo questa grande attrice”, sottolinea da parte sua la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ricordando che la sua filmografia prese rapidamente “una dimensione europea”. A cominciare dai tanti film girati tra Roma e Parigi, le due capitali di Italia e Francia unite da uno storico gemellaggio e non soltanto artistico. Per Hidalgo, l'attrice scomparsa “era il simbolo dell'eleganza, del talento, dell'impegno. Una grande attrice ma anche una fervente militante per la protezione della natura e degli animali”, conclude Hidalgo, annunciando un prossimo omaggio della Ville Lumière a una delle sue stelle più luminose, che continuerà a brillare ancora a lungo nel cielo di Montmartre.