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Lac 2024/25: va in scena il futuro

‘Echi dal futuro’ è il tema della stagione, 130 alzate di sipario qui elencate in estrema, estremissima sintesi (contiene parole di Carmelo Rifici)

‘Titizié’, il nuovo spettacolo della Compagnia Finzi Pasca
(V. Cangialosi)
5 giugno 2024
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“Guardando la presenza di voi, pubblico, alle conferenze, si capisce che l’affetto è ben restituito”. Se fosse la tv, sarebbe un “fatevi un bell’applauso”, è così è, anche se è il teatro.

Martedì 4 giugno, Hall del Lac. Nel condensare in un’ora e mezzo circa 71 spettacoli, 15 produzioni, 130 alzate di sipario, il direttore artistico del Lac Carmelo Rifici parte dalle produzioni o co-produzioni, o “punti di vista”, come le chiama lui. In questi ‘Echi dal futuro’, titolo della stagione 2024/25 deciso insieme a tutto il team, c’è “l’interesse comune nel guardare al mondo”. Prima che in un gradevole videomessaggio sfilino i protagonisti del Made in Lac, il pubblico in sala ha già ascoltato il presidente/vicesindaco Roberto Badaracco che ricorda l’imminente Decennale e annuncia che i risultati della stagione che si sta per concludere saranno da record. Gli fa eco Michel Gagnon, direttore del Lac, che sottolinea “la giustezza della visione”; Andrea Amarante, nuovo direttore artistico del settore Musica, dice invece che sta prendendo familiarità con il nuovo ruolo e con la carica, e saluta il partente Etienne Reymond. Fine delle ufficialità.

A volo d’uccello

Fare una sintesi del cartellone del Lac diventa ogni anno più difficile. Della stagione 2024/25 diremo che è attraversata dal focus principale (Echi dal futuro) e altri percorsi tematici. Sono 8 gli spettacoli del focus, che guardano al futuro dal punto di vista della performance, della musica, della danza, della recitazione e del cinema. Si segnalano il musicista e regista zurighese (Premio svizzero delle arti sceniche) Thom Lutz, il 25 e 26 marzo, e il ‘Bérénice’ di Romeo Castellucci del 29 e 30 settembre, con Isabelle Huppert. In febbraio, sono due gli spettacoli dell’omaggio a Tiago Rodrigues, drammaturgo e regista portoghese, compreso ‘Catarina e a beleza de matar fascistas’, tratto da una storia vera di resistenza alla dittatura.

Il Lac torna a sondare il rapporto tra arte e scienza con ‘I fisici’ di Friedrich Dürrenmatt per Igor Horvat (5 e 6 novembre) e ‘Moby Dick alla prova’, omaggio di Elio De Capitani a Orson Welles (5 e 6 aprile). ‘Metamorfosi’ è il percorso di approfondimento tematico al femminile, ricco di dieci spettacoli portati in scena, tra gli altri, da Carlotta Viscovo e Angela Dematté, Elena Boillat, Serena Sinigaglia, Margherita Saltamacchia, Rubidori Manshaft, Fabiana Icozzilli e Tindaro Granata.

‘Oltre le guerre’ è titolo che parla da sé. Nel Giorno della Memoria 2025, Romeo Gasparini porta in scena il suo ‘Grande Nulla’, liberamente ispirato alla vita della senatrice italiana Liliana Segre. In nome della ricca scena elvetica scegliamo la Compagnia Finzi Pasca, che da Venezia, sempre in videomessaggio, annuncia (nella persona di Daniele Finzi Pasca con testa da elefante) il debutto di ‘Titizé’, “teatro della meraviglia e dello stupore” a Lugano dal 22 al 27 ottobre. Ma il Ticino e la Svizzera sono pure Collettivo Treppenwitz, Gardi Hutter, il percorso tematico Extra Time Plus, che riunisce far°Nyon, Südpol Lucerna e Fit Lugano.

L’interminabile sezione ‘Teatro’ porta a Luca Bizzarri, Natalino Balasso, Leonardo Lidi, Umerto Orsini, Franco Branciaroli e molti altri; la danza quelli di Tiziana Arnaboldi, Fabrizio Monteverde, del Béjart Ballet di Losanna, Marie-Caroline Hominal e la celeberrima Sasha Waltz & Guests, per la prima volta al Lac. In ‘Musica e Musical’ sono inseriti Ligabue (9 novembre, già sold out), Giovanni Allevi nel suo Piano Solo Tour (27 novembre), Umberto Tozzi per l’addio alle scene (25 gennaio) e il ‘luganese’ Roberto Vecchioni (3 aprile). Al ‘Rocky Horror Show’ (dal 18 al 22 dicembre) fa da contraltare ‘Aladin’ del fu Stefano D’Orazio dei Pooh (18 e 19 gennaio).

Scusandoci per quel centinaio di nomi e di titoli forzatamente omessi, rimandiamo al programma completo, su www.luganolac.ch.

Carmelo Rifici

‘Stagioni così belle sono già un miracolo’

“Dieci anni fa oggi arrivavo a Lugano a presentare la mia prima stagione. È un momento di bilanci, e mi pare che di passi avanti ne abbiamo fatti molti, spinti non solo dalla competenza, ma anche da una passione sfrenata verso l’arte”. Facciamoli questi bilanci con Carmelo Rifici, a margine dell’incontro pubblico. «Intanto, l’emozione di avere fatto dieci anni al Lac, poi la bellezza di avere creato un teatro di produzione che prima non c’era, e un teatro internazionale che prima c’era, ma non così pensato e ragionato, con la grande stagione di danza che senza un palcoscenico adatto, prima del Lac, il Ticino non poteva avere e oggi raffina ogni anno la possibilità di invitare grandi compagnie. E una cosa che dovrebbe inorgoglirci tutti: il grande lavoro che stiamo facendo sulla crescita della professione, gli artisti professionisti del Ticino che anche grazie al Lac stanno ottenendo riscontro e occasioni di collaborazione un tempo impossibili». Anche l’opera lirica fa parte delle sue soddisfazioni? «L’opera lirica è stata il risultato della costruzione di un nome e il poter dimostrare una competenza specifica, le sole qualità che consentano di trovare denaro per produzioni di questo tipo. La competenza e la fiducia costruite negli anni nei confronti di teatri ospitanti, teatro co-produttori e sponsor ci ha portati a creare un progetto molto speciale, l’opera, che speriamo si possa ripetere».

Tra poche ore a Bellinzona inizierà Territori. Riportiamo a Rifici parole di Gianfranco Helbling, che collega la fioritura della scena indipendente locale, un tempo “depressa e dispersa”, al dialogo con due istituzioni, quella più piccola del Teatro Sociale e la più grande, il Lac: «La sinergia con le compagnie del territorio c’è, previa scelta dei progetti che più c’interessano, una curatela che per il Lac, che non può essere solo vetrina, è una vocazione». In tutto questo, pare scemata l’iniziale ‘soggezione’ per la struttura: «Credo dipendesse semplicemente dall’assenza di spazi. Nel momento in cui il Sociale ha aperto la propria casa agli artisti indipendenti e il Lac ha dimostrato che la parte artistica è gestita da un collega quale io sono, in quanto regista, le barriere che c’impedivano di lavorare per bene sono cadute». Magari era solo la paura del futuro... «Può essere. Quel che so è che oggi ci attanagliano paure molto più incombenti. È già un miracolo poter fare stagioni così belle in tempi così inquieti, altro non possiamo fare se non difendere la bellezza con l’arte, vista la bruttura dilagante. In questo momento non ho altre paure, se non quella del reale».


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Carmelo Rifici, direttore artistico del Lac