A poche ore dall'esibizione della cantante israeliana, in 5mila in città a favore della Palestina. E il cantante svedese Eric Saade replica all'Ebu
Migliaia di persone hanno marciato tranquillamente per le strade di Malmö, in Svezia, per protestare contro la partecipazione di Israele all'Eurovision, poche ore prima dell'ingresso del paese nella competizione. “Sono una fan dell'Eurovision e mi si spezza il cuore, ma sto boicottando”, spiega una donna svedese di trent'anni che non vuole rivelare il suo nome. “Non posso divertirmi sapendo che Israele sta partecipando, quando tutti questi bambini stanno morendo”. “Non è giusto. Secondo me, se possono escludere la Russia, perché non possono farlo per Israele", si chiede Marwo Mustafa, giovane manifestante ventenne. “La gente è qui per l'Eurovision, per provare a festeggiare. Non c'è niente da festeggiare", si lamenta Mustafa, 29 anni. “Diciamo che siamo una democrazia, ma nessuno fa nulla”, aggiunge, con le spalle coperte da una kefiah, simbolo palestinese spesso usato nelle proteste anti-israeliane.
Partendo dalla piazza principale di Malmö, i manifestanti, più di 5mila persone secondo France-Presse, hanno marciato nella principale arteria pedonale della città, brandendo bandiere palestinesi. Nel corteo, insieme a molte famiglie, c’era l’attivista climatica Greta Thunberg, nota per le sue posizioni filo-palestinesi.
Malmö, Svezia, 9 maggio 2024
A margine della prima semifinale, lo scorso martedì, gli organizzatori dell'Eurovision Song Contest avevano criticato il cantante svedese Eric Saade, il cui padre è palestinese, per la decisione di indossare una kefiah al polso durante la sua esibizione fuori concorso in apertura della prima serata. “Eric Saade è ben consapevole delle regole che si applicano quando si sale sul palco dell'Eurovision Song Contest. Pensiamo che sia triste che usi la sua partecipazione in questo modo”, ha dichiarato il produttore esecutivo Ebba Adielsson alla tv svedese. “Ci rammarichiamo che Eric Saade abbia scelto di compromettere la natura apolitica dell'evento”, ha aggiunto Adielsson. La scorsa settimana l'European Broadcasting Union (Ebu), che organizza l'evento, aveva reso noto che ai concorrenti, agli artisti e ai fan è vietato esporre bandiere che non rappresentino i Paesi partecipanti al concorso, e così esporre o compiere gesti politici. Saade nei giorni scorsi è stato fortemente critico nei confronti dell'Ebu, definendo “vergognoso” il divieto delle bandiere.
Ventiquattr'ore dopo, la replica del cantante affidata ai media svedesi e al suo profilo Instagram: “È stato un modo per mostrare una parte delle mie origini, che è importante nel mondo in cui viviamo oggi”, ha scritto l'artista. “Ho ricevuto la kefiah da mio padre quando ero bambino per non dimenticarmi da dove viene la mia famiglia. Mai avrei immaginato allora che un giorno questo sarebbe stato chiamato dall'Ebu ‘simbolo politico’”. L'artista poi ha tracciato un parallelo con il cavallo di Dalarna, tipico simbolo noto internazionalmente della Svezia, che “non verrebbe mai chiamato simbolo politico. Quindi è semplicemente questione di razzismo”. L'artista ha poi specificato: “Volevo semplicemente essere inclusivo indossando qualcosa di autentico per me, ma l'Ebu crede che la mia etnicità sia controversa”. Rimandando la critica al mittente, ha chiuso così: “Mi attengo allo slogan di quest'anno: ‘Uniti dalla musica’”, unendo al post un augurio che qualcosa cambi presto.
Keystone
Eric Saade