Cinema

Gioie e paure della Notte degli Oscar

Domenica 10 marzo (ma da noi sarà già lunedI), dal Dolby Theatre in assetto antiproteste, con un ‘Oppenheimer’ da non dimenticare (in ogni senso)

È tutto (quasi) pronto
(Keystone)

Una conferenza stampa ha detto il grosso, dalla viva voce dei produttori esecutivi Raj Kapoor, Katy Mullan e Molly McNearney, quest’ultima moglie di Jimmy Kimmel, alla sua quarta Notte degli Oscar da presentatore. Il resto lo faranno lo spettacolo e gli eventuali imprevisti della grande festa del cinema voluta dall’Academy of Motion Pictures Arts and Science, giunta alla sua 96esima replica.

La diretta televisiva Abc, quando da noi sarà già lunedì, durerà tre ore e mezza. La sfilata dei divi sul red carpet occuperà solo mezz’ora e la cerimonia all’interno del Dolby Theatre comincerà alle 16, un’ora prima rispetto alle edizioni passate. Ognuno dei migliori attori verrà annunciato dai premiati della scorsa edizione e da altri quattro vincitori del passato. Tra gli eccessi, i 65 ballerini che accompagneranno Ryan Gosling durante l’esecuzione di ‘I’m just Ken’, brano candidato all’Oscar per la Miglior canzone insieme a ‘What Was I Made For?’ di Billie Eilish, anch’essa tratta da ‘Barbie’. I produttori dicono di puntare molto sulla musica, pertanto il compositore Scott George e i musicisti della tribù Osage eseguiranno il brano ‘Wahzhazhe’ da ‘Killers Of The Flower Moon’ di Martin Scorsese, in una notte che potrebbe vedere la sua protagonista, Lily Gladstone, diventare la prima nativa americana a vincere una statuetta.

Legacy esplosiva

Di ‘Oppenheimer’, che ha vinto quasi tutti i premi pre-Oscar, le 13 candidature sono note. A fare notizia nelle ultime ore è la lettera aperta firmata da Jane Fonda, Michael Douglas e due membri del cast, Matthew Modine (il padre del Progetto Manhattan, Vannevar Bush) e Tony Goldwyn (l’alto funzionario dell’amministrazione Truman Gordon Gray), in cui si chiede di non dimenticare la legacy del fisico nucleare, interpretato sul grande schermo da Cillian Murphy. “Oppenheimer aveva ragione a metterci in guardia”, si legge nel documento. “Oggi nove Paesi possiedono 13mila armi atomiche. Alcune 80 volte più potenti di quelle che nel 1945 hanno distrutto Hiroshima e Nagasaki”. Hanno firmato anche Alan Cumming, Julianne Moore, Bill Nye, Lily Tomlin ed Emma Thompson, accanto a Charles Oppenheimer, nipote dello scienziato. L’appello è stato lanciato per conto della Nuclear Threats Initiative, think tank globale indipendente che si batte per contenere la minaccia delle armi di distruzione di massa.

Nastrini gialli

Affinché la tragedia di Gaza non irrompa negli Oscar 2024, una rete d’acciaio installata attorno al Dolby Theater impedirà proteste come quella per il cessate-il-fuoco agli Spirit Awards, o come ai Grammy, con le limousine dei vip fermate da blocchi stradali fuori dalla Crypto.com Arena. Migliaia tra poliziotti e agenti federali vigileranno dentro e fuori il teatro durante la diretta. Kimmel ha promesso che la politica non sarà di casa. Hollywood ha storicamente una forte comunità ebraica. Per avere detto pubblicamente la loro sulla causa palestinese, Melissa Barrera ha perso il posto e altre star come Susan Sarandon sono state ‘cancellate’ dalle agenzie di talenti. Si sono esposti Selena Gomez, Joaquin Phoenix e Quinta Brunson, firmando un appello per il cessate il fuoco. Con loro Bradley Cooper, due volte candidato per ‘Maestro’, che ha aderito anche a un contro-appello per il rilascio degli ostaggi: nastrini gialli distribuiti da alcune agenzie di comunicazione di Hollywood si faranno notare, simboli di speranza per la liberazione dei sequestrati (John Ortiz di ‘American Fiction’ lo indossava ai Golden Globe).

Il vile denaro

Un dato contabile, infine: il costo di ciascuno spot di 30 secondi è stimato a 1,85 milioni di dollari. Sembra un’enormità, ma si tratta del 73% in meno rispetto a quello del Super Bowl, che quest’anno ha attirato un pubblico di oltre 120 milioni di spettatori grazie anche all’effetto Taylor Swift, in tribuna vip ad applaudire il boyfriend campione di football. Il pubblico degli Award è in calo da anni: l’aumento di spettatori del 34% rispetto al 2023 agli ultimi Grammy Awards, fa ben sperare l’Academy.