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Nozze d’argento tra Chiasso e il jazz

Venticinque anni di Festival di cultura e musica jazz, dal 7 al 10 marzo tra grandi nomi e stelle già luminosissime, per una rassegna ‘senza compromessi’

Nomi e date della ‘Silver edition’
1 febbraio 2024
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Armando Calvia, il Cinema Teatro Chiasso in persona, lo chiama “eroico” per la trasversalità, per l’essersi svolto in sedi diverse senza perdere identità, per la fama degli ospiti, per “non essere mai sceso a compromessi, a ‘occhiatine’ da parte di altri generi musicali, per andare incontro all’esigenza di pubblico”, garantendosi così “una linea artistica incentrata sul rigore e sulla qualità”. Questo è per Calvia, e per il Comitato del festival in sala durante la presentazione, il Festival di cultura e musica jazz, dal 7 al 10 marzo al Cinema Teatro Chiasso per il suo 25esimo.

“Raccontare 25 anni non è semplice – aggiunge il direttore – perché le stelle del jazz transitate qui sono centinaia. La lista di nomi si allunga se si tiene conto che la passione è entrata e ancora entra nelle dinamiche della stagione teatrale e in quella di Rete Due”. Gli fa eco Lorenzo De Finti, dallo scorso anno al posto di Roberto Keller quale referente radiofonico Rsi del festival. “Il programma di quest’anno – spiega il pianista – pesca tra i grandi nomi ma anche tra quelli non altisonanti, che sono comunque già realtà. Mi capita di suonare nel Nord Europa e vedere musicisti giovani dalle capacità impressionanti; l’industria discografica che ha ‘allevato’ i jazzisti del passato non c’è più, e giovani di oggi si ritrovano da soli in un mare di proposte e senza un’agenzia. Andare sul posto, verificare e poi proporre è bello ed è anche un modo per fidelizzare il pubblico: se il prossimo anno, insieme al nome altisonante, vedrà in cartellone un artista meno famoso, il pubblico si fiderà di noi”.

Paolo Keller, storico direttore artistico e produttore radiofonico della rassegna chiassese, unico cofondatore ancora nel Comitato, riassume la storia di un Festival nato nell’inverno del 1998 ma pensato nella primavera del 1996. “La radice del festival fu il Bar Pace a Chiasso. Lì nacque l’idea di fare qualcosa che richiamasse il jazz e che potesse convogliare una realtà musicale viva e rappresentata in tutte le sue forme e declinazioni diverse”. La prima edizione si tenne nel Cinema Teatro non ancora restaurato, riaperto per un festival di danza; anche la seconda, “con l’impianto elettrico ballerino e del quale ci dovemmo fidare”. Con l’inizio dei lavori, il festival si spostò per due anni nei magazzini della Stazione e per altri due nell’ex Calida. “Ci reinventammo ogni volta, prima che l’evento si stabilizzasse allo Spazio Officina”.

Di giovedì

La ‘Silver edition’ inizia giovedì 7 marzo alle 20.30 con Dhafer Youssef, colui che ha portato l’oud – liuto senza tasti mediorientale – in ambiti di world music legata al jazz e all’improvvisazione. Dhafer porta a Chiasso l’ultimo suo lavoro, ‘Streets of Minarets’, realizzato con i contributi di Herbie Hancock, Marcus Miller e Dave Holland. Con lui sul palco Mario Rom (tromba), Daniel Garcia (pianoforte), Swaeli Mbappe (basso) e Adriano Dos Santos Tenorio (batteria). Alle 22, il trombonista Samuel Blaser, tra i jazzisti svizzeri internazionalmente più noti. ‘Routes’ è progetto ispirato dall’omologo e giamaicano Don Drummond (1932-1969), suonato con Alex Wilson (piano, tastiere), Alan Weekes (chitarra), Colin McNeish (basso), Edwin Sanz (batteria) e Carroll Thompson (voce).

Di venerdì

Detto del dj set di Dj Souljazz, dalle 19 alle 23, la serata di venerdì 8 marzo alle 20.30 inizia al femminile. Kadri Voorand (voce, pianoforte, tastiere) è la stella della musica estone che fonde jazz, pop e folk, musica contemporanea e cinematografica. Sarà accompagnata dal chitarrista Andre Maaker. Già parte delle Estonian Voices, Voorand ha vinto in patria i premi più prestigiosi legati alla musica. Alle 22, la stella Antonio Sánchez, sul palco con Seamus Blake (sax), Gwylim Simcock (pianoforte) e Chris Minh Doky (basso). Tra i batteristi più richiesti della scena internazionale, Sánchez ha collaborato con nomi del calibro di Pat Metheny, Chick Corea, Gary Burton, Michael Brecker, Charlie Haden, Joe Lovano, Brad Meldhau. Tre volte ‘Batterista dell’anno’ per Modern Drummer, la sua popolarità è cresciuta dopo la realizzazione della colonna sonora di ‘Birdman’ (2014) di Alejandro Iñárritu, quattro Oscar e il Grammy.

Di sabato (x3)

È tripla la proposta di sabato 9 marzo. Alle 20.30, il Piotr Schmidt Quartet. Il trombettista polacco sarà sul palco con Adam Jarzmilk (pianoforte), Jakub Olejnik (contrabbasso) e Sebastian Kuchczynski (batteria), per un tributo al pianista e connazionale Krzystof Komeda, figura di spicco del jazz dei Paesi dell’Est. Alle 22, Rymden, supergruppo jazz scandinavo formato da Dan Berglund (contrabbasso), Magnus Öström (batteria) e Bugge Wesseltoft (pianoforte, tastiere). Berglund e Öström fecero parte dell’E.S.T., l’Esbjörn Svensson Trio che non andò oltre il 2008 a causa della tragica morte del pianista svedese. La lunga e laboriosa rinascita degli ex E.S.T. ha portato a ‘Valley and Mountains’, album uscito nell’ottobre del 2023. A chiudere la proposta di sabato, alle 23.30, Camilla George, sassofonista di riferimento della nuova scena londinese, sul palco con una miscela di jazz, afrobeat e hip hop insieme a Renato Paris (pianoforte, tastiere, voce), Artie Zaitz (chitarra), Daniel Casimir (basso elettrico) e Rod Youngs (batteria).

Corsi e ricorsi storici

Il festival del 25esimo – che mantiene i prezzi dello scorso anno e ha nella qualità della proposta anche l’entusiasmo di tutti i suoi addetti ai lavori (“Nessun artista è mai andato via borbottando”, sottolinea Calvia) – si ‘allarga’ a domenica 10 marzo (ore 16.30) con un dopofestival rigorosamente local, quello della New Azzan Big Band, che al basso schiererà Peter Zemp, componente originario del Comitato. Come un jazzistico turnaround, tutto torna.