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Giovani ‘Demoni’ per Sinisi e Autelli

Il 19 e 20 gennaio Dostoevskij rivive al Lac, luogo di fusione tra il genio dello scrittore russo e l'urgenza del nostro tempo

Cosa pensano davvero i giovani, cosa desiderano? Come vorrebbero il mondo?
19 gennaio 2024
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Il 19 e 20 gennaio al Lac di Lugano, Fabrizio Sinisi, pluripremiato drammaturgo, in collaborazione con la regia esperta di Claudio Autelli, si prepara a portare in scena ‘Demoni’, opera teatrale originale ispirata all'omonimo romanzo di Fëdor Dostoevskij.

La scelta di attingere dall'opera dello scrittore russo, che tra tutti i romanzieri è sicuramente quello più teatrale, si rivela azzeccata, aprendo le porte a una profonda esplorazione delle dinamiche intergenerazionali e delle intricate profondità della psiche umana. “Dostoevskij ha la capacità unica di raccontare il non detto, ciò che è celato in uno sguardo o si manifesta in un gesto”, sottolinea Autelli. “Ha la grandezza di narrare le contraddizioni umane, rendendoci più autentici”.

Una riscrittura originale

‘Demoni’ si distacca dal semplice adattamento del classico: ammicca al grande autore, ma crea un nuovo testo mantenendo lo scheletro originale. La trama si sviluppa attorno al ritorno di un gruppo di giovani nella loro città natale, ma la familiarità con il romanzo si dissolve presto. Il palcoscenico diventa un microcosmo urbano, dove giovani ribelli, provenienti da un passato comune, ritornano per plasmare il futuro. Tuttavia, sono membri di un'organizzazione ecoterrorista internazionale, desiderosi di dare una svolta radicale alle proprie vite e alla comunità d'origine. Ideali, conflitti e tragedie, intrappolano i giovani protagonisti in un vortice di eventi violenti, il tutto con una narratrice, superstite della catastrofe avvenuta qualche tempo prima, che si unisce al pubblico nella ricostruzione delle vicende.

Soffiata via la polvere ottocentesca dalle sue pagine, Dostoevskij si rivela un formidabile scrittore di una giovinezza sempiterna ritratta come il momento decisivo di un essere umano, in cui si giocano le sorti, la vita e la morte.

“Dostoevskij, nel suo romanzo, vuole indagare quali demoni si sono impossessati dalla gioventù russa e questa domanda è incredibilmente attuale”, spiega Sinisi. “Le dinamiche dei giovani di centocinquant’anni fa non sono così diverse da quelle di oggi: il desiderio di trasformare la realtà, il conflitto con la generazione dei padri e la percezione di un mondo consegnato dalla generazione precedente”. Sinisi illustra un dialogo tra epoche, tra la grandezza di Dostoevskij e le sfide della gioventù odierna, in cui l'ecoterrorismo diventa il mezzo attraverso il quale questa nuova generazione cerca di imporre la propria visione del cambiamento sociale.

Lavoro di squadra

Per portare al massimo le potenzialità di questi personaggi, Sinisi non si affida soltanto alla sua abile scrittura, ma anche alla collaborazione sinergica con Autelli e alla selezione accurata di giovani attori di talento, molti di loro diplomati presso la rinomata scuola di teatro ‘Luca Ronconi’ del Piccolo Teatro di Milano. Sinisi sottolinea con orgoglio: "È motivo di vanto, poiché sono proprio loro a dare vita alle complessità psicologiche, alle sfumature e alle contraddizioni dell'opera”.

La regia di Claudio Autelli s’intreccia con l’energia giovane degli attori, avvalendosi di strumenti contemporanei, l'uso di materiale video editato e un sound design originale. Il teatro diviene così un vasto laboratorio creativo, un linguaggio capace di accogliere e amalgamare diverse espressioni artistiche.

Il teatro come rifugio contemporaneo

‘Demoni’ riflette sulla ciclicità della natura umana. Sinisi e Autelli offrono un viaggio attraverso le contraddizioni dell'esistenza giovanile e l'esperienza catartica che sfida il pubblico a esplorare le pieghe più profonde dell'animo umano. In un mondo che vede svanire i luoghi di collettività a favore dell’individualismo, il teatro si erge come un'isola indispensabile, dove il confronto sui grandi temi del presente diventa essenziale.

‘Demoni’ non è solo un ritorno alle origini di Dostoevskij, ma una proposta coraggiosa che solleva il sipario sulla gioventù contemporanea, dando voce a una generazione spesso trascurata, sfidando i demoni nascosti nel tessuto della società moderna.