Il ricordo

Franco Migliacci, da Chagall a Modugno

Il quadro ‘Le coq rouge dans la nuit’ gli ispirò quella che per sempre sarebbe stata ‘Volare’

1930-2023
(Blackcat/Wikipedia)
16 settembre 2023
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Franco Migliacci, morto a Roma a 92 anni, è entrato nella leggenda della musica italiana grazie a un quadro di Chagall, ‘Le coq rouge dans la nuit’. Proprio quel quadro gli avrebbe ispirato il testo di ‘Nel blu dipinto di blu’, il brano con cui Domenico Modugno, nel 1958, ha cambiato il corso della canzone italiana aprendole le porte della modernità e del successo mondiale. In realtà, negli anni, i due hanno cambiato più volte la ricostruzione di come sia nato quel testo visionario con quell'incipit indimenticabile: "Penso che un sogno così non ritorni mai più/ Mi dipingevo le mani e la faccia di blu/ Poi d'improvviso venivo dal vento rapito/ E incominciavo a volare nel cielo infinito", ma alla fine perché, per rispettare il vecchio adagio, rovinare una bella storia con la verità?

Franco Migliacci è stato un protagonista assoluto della canzone italiana, paroliere ma anche produttore esigentissimo dopo una breve carriera di attore (è stato il primo doppiatore di Klaus Kinski) e di illustratore per ‘Il Pioniere’, la rivista di Gianni Rodari. Dopo quello con Modugno, il sodalizio più forte è stato con Gianni Morandi per il quale ha scritto i testi e prodotto, tra le altre, ‘Fatti mandare dalla mamma’, ‘Andavo a cento all'ora’, ‘In ginocchio da te’. E proprio a questa canzone è legato uno dei capitoli più divertenti dello sconfinato repertorio di aneddoti di Morandi.

Da ‘C'era un ragazzo’ a ‘Heidi’ a ‘T'appartengo’

A quell'epoca, l'arrangiatore di quei brani era Ennio Morricone: Migliacci rifiutò per due volte la partitura del Maestro che non la prese benissimo, anche perché all'epoca gli spartiti erano scritti a mano. Al terzo tentativo andò bene e la reazione di Morricone fu: "Te sei preso sta cacata", parlando di uno degli arrangiamenti simbolo di quell'epoca. Per Morandi, Migliacci ha scritto gioielli come ‘C'era un ragazzo’, ‘Un mondo d'amore’, ‘Se perdo anche te’, ma anche la canzone che negli anni 80 lo fece uscire da un periodo oscuro, ‘Uno su mille’, un titolo rimasto nel costume come esempio di una storia di ascesa, caduta e redenzione piena di riferimenti autobiografici. La firma di Franco Migliacci è anche in classici come ‘Tintarella di Luna’, ‘Una rotonda sul mare’, ‘Come te non c’è nessuno’, ‘La bambola’, ‘Che sarà’, ‘Ma che freddo fa’, ‘Il cuore è uno zingaro’, ‘Ancora’ di Edoardo De Crescenzo, un canzoniere ricchissimo ed eclettico che copre oltre cinquant'anni di storia e comprende anche ‘T'appartengo’, il classico della cultura ‘Camp’ italiana cantato da Ambra, ma anche le sigle di alcuni di quei cartoni animati che a cavallo tra gli anni 70 e ’80 hanno formato due generazioni, come ‘Heidi’, ‘Mazinga’, ‘Le nuove avventure di Lupin III’.

Con Franco Migliacci se ne va un personaggio che ha avuto un ruolo importante nell'evoluzione della musica italiana e che è stato capace di adeguarsi ai cambiamenti radicali che hanno accompagnato l'idea stessa di canzone.

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