Spettacoli

Battisti senza pace: gli eredi battono la Sony in Appello

La major, così come Mogol in passato, accusava i familiari di aver opposto un diritto di veto allo sfruttamento economico delle opere musicali

Lucio Battisti nel 1968
(Keystone)
7 settembre 2023
|

A 25 anni dalla morte di Lucio Battisti, scomparso il 9 settembre 1998, non si placa la querelle giudiziaria scoppiata attorno al suo patrimonio. Dopo il lungo contenzioso con Mogol, è ora la Corte d'appello a Milano a scrivere un nuovo capitolo della battaglia tra gli eredi dell'artista e la Sony Music: i giudici hanno confermato la sentenza di primo grado, che aveva già respinto la richiesta di maxirisarcimento da 8,5 milioni avanzata dalla major discografica, condannandola al pagamento delle spese legali.

I fatti risalgono al 2017, quando la Sony intentò l'ennesima causa contro gli eredi dell'artista, la moglie Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca. L'accusa è la stessa mossa contro di loro anni prima da Mogol, storico autore, legato all'artista da un lungo e proficuo sodalizio: aver opposto un diritto di veto a qualsiasi forma di sfruttamento economico delle opere musicali di Battisti. In particolare, gli eredi sono stati accusati dalla Sony di aver revocato il mandato alla Siae per l'utilizzazione online delle opere di Battisti (impedendo, così, di diffonderle sulle principali piattaforme digitali, Spotify su tutte) e di averne ostacolato l'uso per sincronizzazioni (bloccando, quindi, la possibilità di usare le registrazioni fonografiche delle canzoni nelle pubblicità di noti marchi, Fiat e Barilla su tutti).

‘Sentenza significativa’

La decisione della Corte milanese "è significativa per almeno tre ragioni", spiega Simone Veneziano, legale degli eredi di Battisti. Innanzitutto perché chiarisce, per la prima volta, che i contratti stipulati da Battisti oltre cinquant'anni fa con i produttori fonografici non consentono, "senza adesso il consenso" degli eredi o dei suoi editori, l'utilizzazione online o in pubblicità commerciali delle "registrazioni fonografiche che incorporano le interpretazioni a suo tempo eseguite da Battisti". In secondo luogo perché, sottolinea ancora Veneziano, se fosse stata accolta la tesi di Sony, sarebbe stato affermato il "principio eversivo secondo il quale l'utilizzazione economica di un'opera musicale, anziché dall'autore (o dall'editore musicale), sarebbe governata dal produttore fonografico". Insomma, "a ‘comandare’ sulle opere musicali non sarebbero più gli autori (o gli editori musicali), ma le case discografiche. Chiunque invece sa perfettamente che chi voglia utilizzare, ad esempio in uno spot pubblicitario, una qualsiasi canzone deve farne richiesta, separatamente, sia al titolare della registrazione fonografica, sia all'autore (o all'editore musicale)" e che "ciascuno di tali soggetti è assolutamente libero di decidere se, a chi e per quale corrispettivo concedere la licenza". In terzo luogo, perché gli eredi sono stati assolti dall'accusa di aver violato "gli obblighi di diligenza nei confronti di Sony Music".

Ricorso

La querelle non è finita: Sony ha annunciato il ricorso in Cassazione. Gli eredi fanno sapere che "attenderanno con serenità anche questa decisione". Da anni il patrimonio di Battisti – dal valore stimato in 16 milioni di euro – è oggetto anche di una diatriba che coinvolge gli azionisti della Acqua Azzurra, la società creata da Battisti e Mogol nel 1969 per incassare i soldi dai diritti di sfruttamento (gestiti dalla Siae) di tutta la discografia della coppia, che avrebbe poi divorziato a livello professionale negli anni 80: la società Aquilone della moglie e del figlio del cantante, la casa discografica Universal e lo stesso Mogol. Dopo la morte di Battisti, Mogol è passato in tempi recenti alle vie legali, sostenendo che la moglie e il figlio dell'artista, azionisti di maggioranza di Acqua Azzurra, hanno ostacolato lo sfruttamento commerciale del catalogo. Mogol ha chiesto un risarcimento di 8 milioni di euro e ne ha ottenuti 2,6. Nel 2019, tuttavia, le opere più celebri di Battisti sono approdate sulle principali piattaforme di streaming.

Leggi anche: