È morta il 10 agosto, giorno di San Lorenzo, non ha potuto guardare, ancora una volta, le stelle cadenti
Antonella Lualdi era il nome d'arte di Antonietta De Pascale, attrice cinematografica e teatrale, oltreché televisiva e cantante, nata a Beirut il 6 luglio 1931 da padre italiano, un ingegnere civile, e da madre greca. È morta ieri, il 10 agosto, giorno di San Lorenzo, non ha potuto guardare, ancora una volta, le stelle cadenti in questa notte.
Aveva cominciato giovanissima in teatro, e a 19 anni è data ‘non accreditata’ in ‘Prince of Foxes’ (1949) di Henry King con Tyrone Power e Orson Welles, e nello stesso anno il suo nome è già in cartellone con ‘Signorinella’ diretto da Mario Mattoli, un bellissimo colpo vicino a uno dei divi più importanti di quel momento, il baritono Gino Bechi. Comincia un decennio, per lei, in cui gira quasi cinquanta film, un‘ enormità. Antonella è quel volto gentile e riservato, l'innamorata illusa e tradita, la ragazza insidiata dai bruti, ma poi è anche ’Il cappotto‘ di Lattuada, con Renato Rascel, e sempre nel 1952 una splendida Catherine Michaud in ’Adorables créatures‘ di Christian-Jaque, il film con cui si apre un binario privilegiato con il cinema francese che le darà grandi emozioni e successo: pensiamo, due anni dopo, a ’Le rouge et le noir‘ di Claude Autant-Lara, al fianco di due mostri leggendari come Gérard Philipe e Danielle Darrieux. Ma nel frattempo era già stata a Cannes a vincere un premio con Carlo Lizzani e il suo ’Cronache di poveri amanti‘, e con Roberto Rossellini in ’Napoli 1943‘. Ritorna a Cannes nel 1955 con ’Gli innamorati‘ di Mauro Bolognini, con al suo fianco Franco Interlenghi, che sposa proprio in quel 1955 e da cui ha due figlie: Antonella, anch'ella attrice, e Stella.
Nel 1959 è protagonista di ’À double tour‘, diretto da Claude Chabrol, presentato alla 24esima Mostra del Cinema di Venezia, dove Madeleine Robinson, la coprotagonista, vince il premio per la Miglior attrice e lei resta ad applaudire. A differenza di molte altre colleghe, più attente come si direbbe oggi ai social, la vita di Antonella Lualdi è stato un continuo impegno di lavoro, spesso a fianco anche del marito, al cinema ma anche per quel cinema popolare che puzzava alla critica e ai premi. Certo, è stata applaudita giustamente per film che hanno fatto storia, pensiamo a ’I delfini‘ (1960) di Francesco Maselli, ’Il disordine‘ (1962) di Franco Brusati, ’Se permettete, parliamo di donne‘ (1964) di Ettore Scola, ma si perdono tanti altri titoli. Meglio in Francia, dieci anni dopo, con ’Vincent, François, Paul et les autres…‘ (1974) di Claude Sautet, in cui lei recita da favola tra Yves Montand, Michel Piccoli e Gérard Depardieu.
Qualcuno le ha rimproverato di essere apparsa nuda su Playboy, ma lei, forse, si denuda di più in canzoni splendide come ’En Fermant Les Yeux'. Da riascoltarla per scoprire che Antonella è… eterna.