Spettacoli

È morto Adriano Mazzoletti, storico del jazz

Considerato fra i principali divulgatori del genere musicale in Italia, il giornalista, scrittore e conduttore radiofonico è morto oggi a 87 anni

Nato nel 1935 a Genova, Mazzoletti avrebbe compiuto 88 anni domani
(Wikipedia)
18 giugno 2023
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È scomparso oggi Adriano Mazzoletti, memoria storica del jazz e grande divulgatore del genere, che domani, lunedì 19 giugno, avrebbe compiuto 88 anni. A partire dal dopoguerra, Mazzoletti è stato una figura centrale nella storia della musica pop e jazz della Radio italiana, firmando, fin dagli anni Sessanta, libri pionieristici.

Nato a Genova nel 1935, per oltre trent'anni ha fatto parte della direzione dell'Uer (Unione Europea di Radiodiffusione), come vicepresidente e poi presidente del Dipartimento jazz e musica leggera. Il giornalista, scrittore, conduttore e produttore discografico è stato altresì un grande protagonista di trasmissioni e di promozioni del jazz: lo si ricorda in particolare per il suo programma radiofonico ‘Jazz Concerto’, che, una sessantina di anni fa, ha portato il meglio del jazz nazionale e internazionale nella Sala A di via Asiago a Roma.

Fra le sue opere divulgative, un posto importante lo occupano i due volumi de ‘Il jazz in Italia dalle origini alle grandi orchestre’, che sono un caposaldo nella storia culturale e musicale della Penisola: un lavoro documentario di portata monumentale, condotto per anni con passione e rigore. Pubblicati da EDT, quei libri rappresentano ancora oggi il lavoro più completo sui complessi e i musicisti jazz italiani, raccontando gli uomini, i luoghi e le vicende dell'epopea del jazz in Italia. A partire da quel marzo 1904, quando un gruppo di cantanti e ballerini creoli, presentati come i "creatori del cake walk", si esibirono al Teatro Eden di Milano, fino alle grandi orchestre degli anni Trenta: una storia fatta di locali da ballo, transatlantici, grammofoni, radiofonia e soprattutto ritmo; fiumi di un ritmo travolgente. Nomi un tempo celebri come Rizza, Carlini, Ortuso o la Mediolana Band ritrovano la loro storica importanza tra quelle pagine, nelle quali si chiarisce anche il delicato rapporto tra la cultura italiana, da Gramsci a Mascagni, e una delle grandi invenzioni musicali americane.