Liverpool è un po' rossocrociata: la Svizzera è nella finale di sabato, così ha deciso il televoto.
“Non voglio essere un soldato, non voglio avere a che fare con il sangue vero”. Partiamo dal grido di pace di Remo Forrer, che è stato ascoltato. Il televoto dell’Eurovision Song Contest spedisce la Svizzera dritta alla finale di sabato, a giocarsi la vittoria con le Big Five, le nazioni che vi accedono di diritto (Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna e Spagna), e con l’Ucraina, vincitrice uscente. Insieme alla Svizzera, vanno in finale: Croazia, Moldavia, Finlandia, Repubblica Ceca, Israele, Portogallo, Svezia, Serbia e Norvegia
Padrone della scenografia curata per lui da Sasha Jean-Baptiste, il 21 enne del Canton San Gallo, dalla voce precisa e potente, ha dato ulteriore senso alla sua ‘Watergun’, storia di chi da bambino giocava con le pistole ad acqua e adesso impugna quelle vere, e lotta per la sua stessa vita. Le stelle per Remo – per la canzone, e per un prodotto curato, sobrio e per niente retorico – le spendiamo qui: ★★★★★
Regnano il blu e il giallo ucraino nell’Eurovision Song Contest di Liverpool, apertosi sulle note di ‘Together in Electric Dreams’, dal film del 1984. Tutto è nelle mani della Bbc, che trasmette musica in tv da sempre, e si vede. Delle canzoni in gara scriviamo di seguito. Tra i momenti d’oro della prima semifinale, i Duran Duran di ‘Ordinary World’ cantati dalla britannica Rebecca Ferguson insieme all’ucraina Al’oša. Premesso che “chi siamo noi per giudicare dal divano”, e con cinque stelle su cinque alle coreografie, le canzoni in gara le abbiamo viste e ascoltate così:
Norvegia – Alessandra, ‘Queen Of Kings’ – Con milioni di stream, la norvegese acquisita è regina di TikTok ancor prima che regina dei re (il titolo). Le origini italiane di Alessandra, nata a Pietra Ligure vent’anni fa, si sentono in questo brano dall’incipit gregoriano che sarebbe perfetto per una Euronotte della Taranta ★★★☆☆
Malta – The Busker, ‘Dance (Our Own Party)’ – The Busker, che hanno fatto i busker (artisti di strada), presentano canzone dal pregevole spunto letterario: mollare il caos della festa per spendere più tempo con gli amici. Bel momento fiatistico che sta tra i Tower Of Power e Candy Dulfer (che non sono mai stati all’Eurovision e probabilmente non desiderano andarci) ★★★☆☆
Serbia – Luke Black, ‘Samo Mi Me Spava’ – In patria è definito ‘L’alchimista del pop serbo’, e la distopica ‘Samo Mi Me Spava’ (Voglio solo dormire) è nata durante l’isolamento pandemico. Per ansia prodotta sull’ascoltatore, ricorda la connazionale Konstrakta a Torino 2022 con ‘In corpore sano’ ★★★☆☆
Lettonia – Sudden Lights, ‘Aijā’ – Una strofa in 5/4 è cosa da jazzisti (o da Sting), e all’Eurovision è un rischio. Ma anche lo scorso anno la Lettonia rischiò (YouTube, di ‘Eat Your Salad’ dei Citi Zeni, ancora mette il beep alla parola “pussy”) ★★☆☆☆
Portogallo – Mimicat, ‘Ai Coração’ – Atmosfere burlesque sopra strutture ritmiche, armoniche e melodiche a chilometro zero. L’esplosiva Mimicat canta lo struggimento amoroso, per un risultato che poteva essere più esplosivo ★★☆☆☆
Irlanda – Wild Youth, ‘We Are One’ – Sono irlandesi, e se non le suonano loro le chitarre alla The Edge, chi altri dovrebbe? ‘We Are One’ pare la canzone ufficiale di un Mondiale, ma è più simile a quella di un Europeo, tipo ‘We Are The People’ degli U2. Sulla tutina attillata del frontman, sorvoliamo ★★★☆☆
Croazia – Let 3, ‘Mama ŠČ!’ – L’incipit è “La mamma ha comperato un trattore”, un manifesto. Vengono da Rijeka, culla del punk croato, sono noti per le performance in costume adamitico e per avere pubblicato un disco andato sold out malgrado non contenesse nemmeno un suono. Cantano ‘Mama ŠČ!’, così spiegata: “Sembra una filastrocca o una ninna nanna, ma con trattori, baci e la guerra”. Chiudono in mutande e per questo, per noi, hanno già vinto (viva la mamma, e viva anche i trattori) ★★★★★
Israele – Noa Kirel, ‘Unicorn’ – In altri ambiti rispetto alla più nota connazionale, Kirel è incantevole, l’unicorno va per la maggiore di questi tempi, tutto è sparato da un cannone come vuole l’Eurovision, nel crescendo che chiama l’Eurovision, compreso il momento latin finale ★★★☆☆
Moldavia – Pasha Parfeni, ‘Soarele și Luna’ – Habitué dell’Eurovision, Parfeni vi torna dopo 12 anni, con un etno-pop che pare un po’ fine a sé stesso ★★☆☆☆
Svezia – Loreen, ‘Tattoo’ – Sarà perché la brava Loreen vinse a Baku nel 2012 (era l’anno dei Sinplus) che la Svezia è data per piazzata, se non vincente. Ma forse sono gli echi di ‘The Winner Takes It All’, dei palindromi connazionali chiamati Abba, che nella strofa imperversano. Il resto è qualsiasi cosa, ma vincente ★★★☆☆
Azerbaigian – TuralTuranx, ‘Tell Me More’ – Strizzano l’occhio ai britannici sin dal nome del duo, i gemelli Tural e Turan Baghmanov, ma Simon Le Bon non c’entra. Una stella ai vent’anni ★☆☆☆☆
Repubblica Ceca – Vesna, ‘My Sister’s Crown’ – Capitanate dalla cantautrice Patricia Kaňok, le sei Vesna si producono in (dai canali social ufficiali) “una routine di danza super raffinata (…) con un sacco di energia di empowerment femminile”. Pare uno statement di Lapo Elkann, e invece è tutto vero. Echi di Mystère des Voix Bulgares per questo #eurometoo made in Cechia, che è vero, valido, toccante ethno-pop ★★★★★
Paesi Bassi – Mia Nicolai & Dion Cooper, ‘Burning Daylight’ – È stato Duncan Laurence, vincitore nel 2019 per l’Olanda, a mettere insieme il duo Mia Nicolai & Dion Cooper, i Coma_Cose dei Paesi Bassi, che si distinguono dalla coppia italiana perché cantano ★★☆☆☆
Finlandia – Käärijä, ‘Cha Cha Cha’ – Noto per le performance a torso nudo, ma anche per le numerose umlaut, Käärijä ci regala un momento di dolcezza tipicamente finlandese. Tutto pare destinato al migliore degli incubi metal fino al melodico ritornello schlager, “genere di musica popolare diffuso prevalentemente nell’Europa Centrale e Settentrionale e nei paesi scandinavi” (Eurowiki), che è più o meno quel che si ascolta su Alpenland Tv, canale 221 del pacchetto Swisscom ★★☆☆☆