Musica

È morto Alberto Radius, chitarrista innovatore

Un pezzo della storia della musica italiana, nella Formula 3 e al fianco di Battisti e Battiato. Dopo lunga malattia, si è spento all’età di 80 anni

1942-2023
(Luca Colombo Facebook)
16 febbraio 2023
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Chitarrista della Formula 3, uomo dalle tante collaborazioni, tra le quali spiccano quelle con Lucio Battisti e Franco Battiato. Ma anche cantante e produttore artistico. Alberto Radius, tra gli innovatori italiani dello strumento, è morto all’età di ottant’anni. A dare la notizia è stata la famiglia: "È con profondo dolore e tristezza che la famiglia del maestro Alberto Radius condivide la notizia della sua scomparsa. Dopo una lunga malattia, si è spento serenamente, accanto ai suoi affetti più cari. La famiglia del maestro Radius chiede, in questo difficile momento, che sia rispettata la privacy che lo ha sempre contraddistinto".

Numero Uno

Nato a Roma nel 1942, Radius inizia la sua carriera negli anni 50 con i White Booster, poi con Quelli, la band che diventerà la Premiata Forneria Marconi. Con Tony Cicco e Gabriele Lorenzi fonda la Formula 3, prodotta dalla Numero Uno di Battisti, incidendo un brano dello stesso Battisti, ‘Questo folle sentimento’, tra i singoli più venduti in Italia. Il primo album, ‘Dies irae’, è del 1970; due anni dopo il chitarrista incide il primo album da solista, ‘Radius’.

Nel 1974, dopo lo scioglimento dei Formula 3, Radius – insieme a Mario Lavezzi, Vince Tempera, Gianni Dall’Aglio, Bob Callero e all’altro ex Formula 3 Gabriele Lorenzi – fonda una nuova band, Il Volo (da non confondere con il trio di tenori). Nel 1976 arriva il secondo album solista, ‘Che cosa sei’; l’anno dopo, ‘Carta straccia’. Nel frattempo, Radius collabora con Battisti, Marcella Bella, Pierangelo Bertoli, Cristiano Malgioglio, Franco Battiato e ancora Alice, Milva, Sibilla, Giusto Pio e Giuni Russo, di cui a volte è stato anche produttore. Nel 1978 apre lo Studio Radius, in cui inciderà i suoi album successivi. Saranno circa trecento i lavori usciti da quello studio. L’ultima apparizione del chitarrista risale al Festival di Sanremo 2021, sul palco con i Coma_Cose nella serata delle cover per eseguire ‘Il mio canto libero’ di Battisti.

Chitarre d’Italia

Mario Lavezzi piange "l’amico di una vita (...) chitarrista di una straordinaria personalità artistica. Unico nel suo modo di suonare lo strumento. Abbiamo vissuto insieme bellissimi momenti con Battisti, la Numero Uno e Il Volo". A piangere Radius sono alcune delle più importanti chitarre d’Italia, come Luca Colombo ("Quando ascoltai per radio l’assolo di ‘Nel ghetto’ ebbi una vera e propria folgorazione e forse in quel momento capii che cos’erano peso sonoro e comunicatività della chitarra solista), o Dodi Battaglia: "Quanto mi dispiace fratello mio! Abbiamo rappresentato insieme decenni di chitarrismo italiano e tu sei stato il primo".

Sono di Radius l’introduzione di ‘Nel sole’ di Al Bano, l’elettrica de ‘Il tempo di morire’ di Mogol/Battisti e lo special di ‘Mi ritorni in mente’, così come la chitarristica ‘nuova onda’ contenuta in album fondamentali come ‘L’era del cinghiale bianco’, ‘Patriots’ e ‘La voce del padrone’, punti fermi della discografia di Franco Battiato.

Dopo i 100

Al Rolling Stone italiano, un anno fa, Alberto Radius aveva raccontato di un calvario fatto di operazioni al cuore, alla vescica, al polmone, e la rottura di entrambe le gambe e di un polso che non gli avevano impedito di salire ancora sopra un palco e suonare, pur con sporadiche pause tra un brano e l’altro.

Sempre al Rolling Stone aveva raccontato degli ottant’anni che avrebbe compiuto di lì a poco: "A cinquanta mi dicevo che dopo i settanta è tutto regalato. Ora mi dico che dopo i cento è tutto regalato. Io sono attaccato alla vita, la amo profondamente. Voglio ancora divertirmi. Se fai un lavoro che non ti piace è dura andare avanti, basta andare alle Poste per verificarlo".