Anticipata dall’uscita di ‘Sympathy for the devil’, sabato 26 novembre a Bellinzona la presentazione del nuovo album
Il Jazz Cat Club si sposta al Teatro Sociale di Bellinzona per celebrare l’uscita di ‘High in The Sky’, il secondo album che il polistrumentista e compositore ticinese Frank Salis ha registrato fra New Orleans e la Svizzera italiana con la partecipazione di artisti della Città del Delta e lo zampino di Nicolas Gilliet alla produzione. La serata di sabato 26 novembre, con inizio alle 20.45, coinvolgerà un folto gruppo di artisti di casa nostra: Daniel Macullo alla chitarra, Marco Cuzzovaglia alla batteria, André Sampaio al basso, Marco Nevano al sax, la voce di Angelo Powers e Pedro Segundo alla batteria come ospite speciale.
Partiamo dal titolo del tuo nuovo album, ‘High in the Sky’. Cosa sei riuscito a vedere e ad ascoltare volando alto nel cielo?
Ho visto montagne e paludi; marmotte e alligatori. Ho avuto caldo e ho avuto freddo. Ho sentito la montanara e ‘When the Saints’... Un bel melting pot, direi.
Questo lavoro discografico è iniziato prima della pandemia. Poi si è interrotto con il lockdown. E infine è ripreso tra mille difficoltà. Quali sono state le tappe fondamentali che hanno portato ad avere in mano la prima copia?
Ero in tour in Danimarca con Michael Watson, il cantante della mia prima collaborazione con i musicisti di New Orleans. Una sera gli ho parlato di alcune mie nuove composizioni domandandogli se fosse interessato a registrarle. È stato quindi sufficiente chiamare l’amico produttore e manager Nicolas Gilliet e un piccolo gruppo di musicisti e siamo partiti per la Louisiana. Con noi sono venuti anche i tecnici del suono Jonas Macullo e Niccolò Parolini. In studio abbiamo registrato cinque tracce che si rifacevano al sound contemporaneo della Big Easy. Una volta tornato a casa mi son detto che comunque non avevo abbastanza materiale per un album. È stato allora che insieme a Nicolas ho organizzato una registrazione allo studio di Jonas e Niccolò nei Grigioni. Per l’occasione ho chiamato anche Leon ‘Kid Chocolate’ Brown e Pedro Segundo da New Orleans che, all’epoca, erano in tour in Europa e alcuni musicisti "nostrani" come Max Pizio. Poi è scoppiata la pandemia. Mancavano ancora le tracce vocali dunque abbiamo organizzato un’altra session di registrazione in pieno Covid con John Boutté. Lui ha scelto di rimanere nella sua macchina con un microfono e un cavo che arrivava in studio a New Orleans e in contemporanea a noi in Ticino. Grazie a un giro di amicizie comuni, abbiamo coinvolto anche Anders Osborne per cantare ‘Sympathy for the Devil’ degli Stones. Infine è toccato a Jonas mixare: ha fatto un eccellente lavoro come potrete constatare. Ultimo tassello indispensabile per rendere fisico e tangibile il progetto. Quando ho avuto la prima copia tra le mani, sono sincero, non ci credevo. Era passato tanto tempo che non mi sembrava vero, eppure…
Al disco hanno partecipato musicisti provenienti da quasi tutto il mondo. La pattuglia più nutrita di artisti, però, è originaria di New Orleans. Come è nato il tuo rapporto con la Crescent City?
Nel 2017 ho chiamato Nicolas per proporgli una creazione per il festival ad Ascona. Lui ha accettato e mi ha messo in contatto con Michael Watson a New Orleans. Il concerto che abbiamo fatto insieme è piaciuto così tanto che le persone e i musicisti presenti allo show continuavano a ripetere che era un grande peccato non avere un disco. Il tempo di fare due calcoli in tasca, sono volato a New Orleans a registrare il primo disco (presente nell’edizione limitata di ‘High in the Sky’).
Se dovessi scegliere un brano per rappresentare l’intero l’album quale sceglieresti e perché?
Una scelta difficile… Il disco è diviso in due parti, una più soul e una più legata allo stile della Crescent City. Mhmm… ‘High in the Sky’, cantata da Michael Watson e ‘Sympathy for the Devil’, interpretata da Anders Osborne. Sono i brani che, a mio avviso, sono riusciti meglio.
Come sarà presentato il disco dal vivo? Ci sarà la possibilità di vedere la band che ha registrato il disco in studio – tra New Orleans e i Grigioni – oppure ti affiderai a un’altra formazione?
Come potete immaginare portare tutti gli artisti da New Orleans ha un costo piuttosto alto e io, lo ricordo a tutti, sono un musicista non un banchiere. Dei musicisti del disco ci saranno Daniel Macullo, alla chitarra, Humberto Amésquita, al trombone, e Pedro Segundo, batterista da New Orleans. Il resto della band sarà formato da Marco Cuzzovaglia, André Sampaio, Marco Nevano e Angelo Powers, cantante spettacolare da Ginevra.
‘High in the Sky’ è l’ennesima proficua collaborazione con il manager e produttore Nicolas Gilliet. Quando avete iniziato a pensare al progetto cosa avevate in mente?
Sai, si possono prevedere, programmare le cose, ma alla fine non saranno mai come le avevi immaginate.
Per concludere, progetti per il futuro?
Sono appena tornato da New Orleans dove ho registrato un nuovo disco, un omaggio al grande Dr. John, insieme al cantante e trombettista James Andrews, uno dei musicisti più apprezzati e autorevoli della Crescent City. Quest’estate, ovviamente, saremo di nuovo in tour (prenotate i vostri biglietti!). Di idee, poi, inutile dirlo, me ne vengono ogni cinque minuti.