Presentato il programma della trentunesima edizione, dal 28 settembre al 10 ottobre, con artisti provenienti da sette Paesi nel mondo.
Scendono in campo, o meglio, salgono sul palco le scritture femminili e «il Festival parlerà una lingua/donna». Con una frase tanto laconica quanto forte, Paola Tripoli ha presentato oggi alla stampa la 31esima edizione del Fit - Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea, che si svolgerà dal 28 settembre al 10 ottobre prossimi, in diversi spazi teatrali di Lugano con artisti provenienti da sette Paesi: Argentina, Belgio, Cile, Francia, Italia, Olanda e Svizzera.
La direttrice artistica ha in seguito sciolto l’enigma attorno al binomio "lingua/donna": a parlarlo saranno alcune "Cattive ragazze", immagine discendente della celebre frase dell’attrice Mae West. Il Festival proverà quindi a rispondere a interrogativi di fondo – esiste una questione femminile nell’arte?, esiste un linguaggio teatrale femminile?, è possibile rifarsi a una censura delle "non scelte"? – e «al contempo, sarà un’azione reale, che mostra dei ritratti, delle biografie e marca un riequilibrio». Non a caso, l’animale guida scelto per quest’anno è la leonessa, «simbolo dell’energia femminina, di creazione e indipendenza».
I numeri e i temi dell’edizione alla spicciolata: tredici giorni, 19 repliche, quattro incontri con gli artisti, un salone di drammaturgia con Luminanza, due laboratori di alta formazione. Ai numeri si assommano diversi progetti: consolidati, in fieri e nuovissimi.
Durante la presentazione, Carmelo Rifici, direttore artistico del Lac, ha ribadito come da sette anni a questa parte con il Fit continui «una vera e propria sinergia, un continuo dialogo fra le parti», che ha permesso di «creare all’interno della programmazione di Lugano arte e cultura un momento speciale legato all’arte contemporanea». Infatti, della decina di proposte, quattro spettacoli sono in collaborazione con l’ente, di cui tre sono una sua produzione.
Dopo cinque anni, hanno raccontato Tripoli e Rifici che collaborano anche in questa iniziativa, i ‘Quaderni del Fit’ diventano ‘Sguardi sul contemporaneo’. Il cambiamento non sta solo nel nome e nella forma (benché essenziale), bensì anche nell’intento della pubblicazione, che divene sempre più scientifica.
Prima di abbordare la rassegna con gli spettacoli in programma, la direttrice artistica ha voluto dedicare alcune parole «all’ossatura fondamentale» della manifestazione: le collaborazioni e i progetti consolidati e in fieri che sono stati concepiti negli anni. Fra le diverse iniziative segnaliamo il Biglietto sospeso che si rifà alla tradizione del caffè, appunto, sospeso. L’idea, grazie alla generosità degli spettatori, è donare biglietti a coloro che non hanno accesso alla cultura, perché non possono permettersela: l’iniziativa mira a raccogliere contributi che verranno corrisposti in biglietti per gli spettacoli che verranno donati a Soccorso d’Inverno, Casa Astra, Sos Ticino e Croce Rossa.
E ancora, per il terzo anno, il Fit collabora con Luminanza. Reattore per la drammaturgia contemporanea della Svizzera italiana, presentato da Alan Alpenfelt. Nell’ultima domenica della rassegna (9 ottobre, 14-18.30, Studio Foce) verranno letti i testi teatrali dei partecipanti al corso formativo in drammaturgia contemporanea 2022. Quindi, ‘Tib meets Fit 2.0. Danzare fino a scomparire’: l’evento si svolgerà il 1° ottobre alle 22, è su prenotazione, non ci sono tuttavia ancora informazioni in merito.
Novità di quest’anno è Restez Fit, dedicato alla partecipazione culturale degli anziani, con un tandem intergenerazionale. Non ci dilunghiamo sulla presentazione, perché nell’edizione di ‘Ticino7’ di sabato 3 settembre, ci sarà un approfondimento dedicato all’interessante iniziativa.
L’edizione numero 31 è nutrita. A volo d’uccello, segnaliamo alcuni degli spettacoli che sarà possibile vivere da fine settembre a metà ottobre circa. Partiamo dalla prima data: il 28 settembre la performer e artista visiva Alexandra Bachzetsis inaugurerà l’edizione con ‘Chasing a Ghost’ (Palco Lac, 20.30), una coreografia per cinque ballerini che attinge a storia dell’arte, musica, cinema, cultura popolare e moda.
Saltiamo al 30 settembre (Palco Lac, alle 20.30) quando, dopo anni di attesa, arriverà a Lugano la coreografa e performer argentina Marina Otero con ‘Love Me’ (Palco Lac, alle 20.30). "Con questo lavoro sparo i proiettili in aria e fuggo prima che i proiettili inizino a piovere sul mio stesso corpo". Il giorno seguente, 1° ottobre, il Teatro Foce (20.30) ospita la coreografa statunitense Ruth Childs, con ‘Blast!’: sulla scena corpi doloranti, sofferenti, strani, esplosivi e violenti. Un’opera che prova a rispondere alla violenza che ci circonda incarnandola e trasformandola nel suo lavoro. Il 2 ottobre, ecco la performer Tatiana Julien con ‘Uprising’ (palco Lac, 20.30). Facciamo ancora un salto e arriviamo all’8 ottobre, con il ritorno dell’artista cilena Manuela Infante che presenterà ‘Como convertirse en piedra’ (palco Lac, 20.30), che si inserisce nel solco della sua ricerca che prova a immaginare un teatro non antropocentrico. Segnaliamo ancora il debutto alla regia di Catherine Bertoni de Laet con ‘Bogdaproste che Dio perdoni le tue morti’, che porta in scena una tragedia familiare che riflette su questioni di identità e appartenenza (Teatrostudio Lac, 10 ottobre alle 19 e 11 ottobre alle 20.30).
Il teatro con la ricerca e lo studio che gli orbitano attorno è meglio coltivarlo sin dalla tenera età e per farlo bisogna creare un sostrato fecondo di occasioni. Anche in questa edizione verrà dato perciò spazio alla sezione in concorso Young&Kids. Nelle matinée debutterà ‘From Syria’ di Fieno/Di Chio, uno spettacolo di teatro documentario che si potrà seguire al Teatro Foce, il 4 ottobre, alle 10 (dai 12 anni). Per i bambini dai 3 anni, il palco del Foce ospiterà ‘Quadrotto, Tondino e la Luna’ di TRG (5 ottobre, alle 9.30). Ecco allora, il 5 e il 6 ottobre (rispettivamente alle 17, alle 9.30 e alle 14) ‘Le milieu’ di Fréquence Moteur, al Teatrostudio Lac (dai 6 anni). Ancora per le scuole elementari ‘Ah Ah Ah’ di Eugénie Rebetez, al Teatro Foce il 7 ottobre (alle 14, dai 6 anni).
Informazioni (anche su abbonamenti e biglietti) e programmazione consultabili sul sito www.fitfestival.ch.