Con ‘In Corpore Sano’ passa l’ipnotica Serbia di Konstrakta. Il toro meccanico è poco europeo: fuori Achille Lauro. Cechia da podio. E adesso, Hop Marius!
Belgio, Repubblica Ceca, Azerbaigian, Polonia, Finlandia, Estonia, Australia, Svezia, Romania, Serbia. Sono le dieci nazioni che vanno ad aggiungersi alle altrettante già qualificate della prima semifinale. Si uniranno ai Big Five (Italia, Regno Unito, Francia, Spagna e Germania) nella finale di sabato. La cronaca...
I tamponi per i giornalisti sono aboliti per i pochi contagi registrati. Ma per un vaccino contro le eurozanzare, planate su Torino tutte d’un botto, in molti si sarebbero messi in fila. La seconda semifinale si apre con Cattelan ballerino, con Mika in giallo canarino e Laura in rosa shocking e gioielli, che sdogana all’Europa "la strizza", quell’emozione bella che si prova sopra un palco. La stessa di ‘Fragile’ di Sting e ‘People Have The Power’ di Patty Smith, che cantate con la guerra nucleare alle porte coprono l’intero range delle umane sensazioni.
Nella glorificata rapidità dell’Eurovision, si parte da Stephen King: il frontman Lauri vestito da Ben di ‘It’, impermeabilino giallo e palloncino in mano, ruggisce su ‘Jezebel’, e il rock finlandese dei Rasmus è promosso. Non il simil-Freddie Mercury israeliano Michael Ben David con ‘I.M’. La serba Konstrakta fa di ‘In Corpore Sano’ una performance e il battito di mani (dice bene Forzano) è ipnotico. L’azero Nadir Rustamli è un piccolo sbadiglio chiamato ‘Fade To Black’, ma non per la giuria. Fuori dai giochi gli ZZ Top dalle barbe floreali Circus Mircus, i georgiani della graziosa ‘Lock Me In’. Fuori ‘I Am What I Am’, mezzo gospel che pareva adatto ad Anna Muscat, Malta.
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Achille Lauro, ‘Stripper’
La storia di Sanremo, "una storia italiana che deve essere raccontata" (Pausini), è la breve clip che apre a San Marino: Achille Lauro canta ‘Stripper’ sul toro meccanico e il resto scompare. Ma scompare anche lui. Il piccolo dramma personale di Sheldon Riley (‘I’m Not The Same’) è l’Eurovision Song per eccellenza e avanza. Non l’incantevole cipriota Andromache (stonatella) con ‘Ela’. Sfilano senza troppa gloria il trionfo curvy irlandese chiamato Brooke (‘That’s Rich’) e la nord-macedone Andrea (‘Circles’). L’estone Stefan, a colpi di Morricone, si produce in una gran bella cosa chiamata ‘Hope’, in finale.
Tutti in pista con il beatmaker rumeno WRS in ‘Llàmame’ (promosso). Ochman dal bel timbro fa esultare la Polonia in ‘River’, dal Montenegro c’è Vladana per cantare ‘Breathe’, altro brivido che abbiamo provato soltanto noi. Il Belgio piazza il groove di Jérémie Makiese in finale con ‘Miss You’, e con microfono vintage in ‘Hold Me Closer’, piace la svedese Cornelia Jakobs. Per ‘Lights Off’ dei cechi We Are Domi, è electro-pop ma il termine tecnico è "una canna".
A domani (Hop Marius! Un pianterello ce lo faremmo volentieri…).
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Repubblica Ceca - We Are Domi, ‘Lights off’
Riepilogando, ecco la finale di sabato:
Lituania - Monika Liu, ‘Sentimentai’
Svizzera - Marius Bear, ‘Boys do cry’
Ucraina - Kalush Orchestra, ‘Stefania’
Paesi Bassi - S10, ‘De diepte’
Moldavia - Zdob si Zdub & Fratii Advahov, ‘Trenuletul’
Portogallo - Maro, ‘Saudade, saudade’
Islanda – Systur, ‘Með hækkandi sól’
Grecia - Amanda Georgiadi Tenfjord, ‘Die together’
Norvegia - Subwoolfer, ‘Give that wolf a banana’
Armenia - Rosa Linn, ‘Snap’
Belgio - Jérémie Makiese, ‘Miss you’
Repubblica Ceca - We Are Domi, ‘Lights off’
Azerbaigian - Nadir Rustamli, ‘Fade to black’
Polonia - Ochman, ‘River’
Finlandia - The Rasmus, ‘Jezebel’
Estonia - Stefan, ‘Hope’
Australia - Sheldon Riley, ‘Not the same’
Svezia - Cornelia Jakobs, ‘Hold me closer’
Romania - WRS, ‘Llamame’
Serbia - Konstrakta, ‘In corpore sano’
Francia - Alvan & Ahez, ‘Fulenn’
Spagna - Chanel, ‘SloMo’
Germania - Malik Harris, ‘Rockstars’
Gran Bretagna – Sam Ryder, ¨Spaceman’
Italia – Mahmood & BLANCO, ‘Brividi’