Toffoli guida la classifica generale, poi Mahmood-Blanco e La Rappresentante di Lista. Nella notte di Zalone, standing ovation per l’82enne Zanicchi
“Ieri (martedì per chi legge, ndr) abbiamo finito all’una e dieci, e magari stasera faremo prima”. È con questa gioia nel petto e un dolore più in là (liberamente tratto da Fabio Concato, di cui Sanremo un giorno si ricorderà) che Amadeus chiama l’applauso per Monica Vitti che non c’è più. È il primo atto della seconda serata del 72esimo Festival della canzone italiana, forte dei numeri della prima, che dicono di plebiscito.
La cronaca. Il tempo di una canzone e i rapidi tempi scenici cui siamo stati abituati si prendono una pausa con Lorena Cesarini, nata a Dakar e cresciuta a Roma, attrice: nel ruolo che lunedì fu di Ornella Muti, fa di più di chi l’ha preceduta raccontando, ancora, come i social hanno accolto l’annuncio della sua presenza. ‘L’hanno chiamata lì perché è nera’; ‘È arrivata l’extracomunitaria’, ‘Forse l’hanno chiamata per lavare le scale e annaffiare i fiori’, hanno scritto di lei. “A parte che lavare le scale è un lavoro come tanti e non ci trovo nulla di svilente…”, dice lei, e legge estratti da ‘Il razzismo spiegato a mia figlia’ del franco-marocchino Tahar Ben Jelloun. E il tempo è ben speso.
Apre la serata il 18enne Sangiovanni (sarà felice il vescovo di Sanremo, il cui j’accuse contro il battesimo di Achille Lauro ha scomodato, via Fiorello, l’Osservatore Romano). ‘Farfalle’ è la liberazione dal successo arrivato all’improvviso ed è pane per le radio. Giovanni Truppi in una buona ‘Tuo padre, mia madre, Lucia’ che sfiora il teatro-canzone, è alieno in Riviera. Le Vibrazioni senza Vessicchio, in attesa di negativizzazione, portano in gara ‘Tantissimo’, con dedica al compianto Stefano D’Orazio, in silhouette sulla cassa della batteria. Sfilano Emma (‘Ogni volta è così’) e il 19enne Matteo Romano (‘Virale’). Poi, splendida 82enne, Iva Zanicchi canta ‘Voglio amarti’ senza rischiare troppo (la canzone è almeno vintage) ma senza sbagliare una nota. ‘Chimica’, Ditonellapiaga e Donatella Rettore, è degno proseguimento, easy listening coi fiocchi. Elisa, con l’emozione di una esordiente, canta ‘O forse sei tu’ e si ritaglia un posto nell’Olimpo di sabato notte.
Fuori concorso, c’era Laura Pausini che ha cantato ‘Scatola’ scritta da Madame, e c’era Laura Pausini che con Mika ha cantato ‘I Have a Dream’ degli Abba, consegnati al successo dall’Eurovision Song Contest: e con l’aggiunta di Alessandro Cattelan spuntato dall’orchestra, il terzetto che condurrà Eurosong da Torino è svelato. C’era pure Checco Zalone, e salire dopo il monologo anche lungo ma onesto di Lorena Cesarini con un “tanto su questo palco piangono tutti”, è parso un po’ fuori luogo. Più che la sua Cenerentola calabrese, favola scomoda (e che scomoda Mia Martini), meglio la dissacrazione della trap nei panni del trapper Ragadi e in Oronzo Carrisi, virologo, diversamente Al Bano. E meglio in ‘Angela’, degna degli Elii.
Verso la mezzanotte, Sanremo recupera Ermal Meta dalla Costa Toscana in mezzo al mare per riascoltare ‘Un milione di cose da dirti’, terza lo scorso anno. Di tutto il resto – Matteo Romano (‘Virale’), Aka 7seven (‘Perfetta così’) e Irama (‘Ovunque sarai’) – un cenno per la coppia Highsnob e Hu (‘Abbi cura di te’), dal brano che ha un’anima.
La classifica della seconda serata:
La classifica generale dopo le prime due serate:
È apparso Gigi Marzullo. Vuol dire che è tardi. Chiudiamo qui, piano piano, sottovoce.
All’interpretazione (Keystone)