Presentato il programma della 57ª edizione. Sperando in un festival in presenza. Silvio Soldini in corsa per il Prix du public
È l’anno della Svizzera romanda e delle produttrici. E speriamo del ritorno in presenza: in conferenza stampa è stato presentato il programma della 57ª edizione delle Giornate cinematografiche di Soletta, con probabilmente per la prima volta meno film in lingua tedesca rispetto a quelli in francese e italiano e, di nuovo per la prima volta, una maggioranza di produttrici rispetto ai produttori.
La speranza è avere, dal 19 al 26 gennaio, un’edizione in presenza: due anni fa Soletta aveva schivato per poche settimane le chiusure della prima ondata, ma l’edizione 2021 si è tenuta online e adesso è comunque pronto un piano B – che ha tra l’altro richiesto un incremento del budget – se nuove restrizioni dovessero rendere impossibile lo svolgimento del festival a Soletta.
È anche il primo anno della doppia direzione, per il festival del cinema svizzero: come altre realtà, Soletta si è infatti dotata di una direzione amministrativa, affidata ad interim a Veronika Roos, e di una codirezione artistica, anch’essa ad interim, composta di David Wegmüller e Marianne Wirth che hanno preso il posto di Anita Hugi, ma a una domanda sull’allontanamento della direttrice artistica il presidente ha ricordato che la conferenza stampa era dedicata al programma – e quindi del programma parleremo.
Programma particolarmente corposo, è stato annunciato riferendosi proprio al programma cartaceo che include delle presentazioni dei vari film.
Tra lungo e cortometraggi sono 157 i film selezionati, su quasi seicento candidature. Al cuore i tre concorsi Prix de Soleure – con la giuria interdisciplinare affidata quest’anno allo scrittore e regista Matthias Zschokke, alla giornalista Nicole Vögele e alla compositrice Olivia Pedroli –, il Prix du public e Opera prima, alle quali si aggiungono le non competitive Panorama e Upcoming, quest’ultima dedicata ai cortometraggi di giovani cineasti.
Per il Prix de Soleure c’è una netta predominanza di documentari, iniziando dal film d’apertura ‘Loving Highsmith’ di Eva Vitija, dedicato alla scrittrice americana Patricia Highsmith. Abbiamo poi ‘À ciel ouvert’ di Charlie Petersmann che ci porta in un grande cantiere i cui operai sono soprattutto stranieri; ‘Aya’ di Lorenzo Valmontone e Thomas Szczepanski che racconta una storia di accoglienza nella Calais dei migranti, tema affrontato da un altro punto di vista anche da Maja Tschumi con ‘Rotzloch’; abbiamo poi ‘(Im)mortels’, ritratto che Lila Ribi ha fatto a sua nonna ultracentenaria Greti riflettendo sul senso della morte e ‘L’art du Silence’ di Maurizius Staerkle Drux dedicato a Marcel Marceau. Gli unici non documentari in concorso sono ‘Olga’ di Elie Grappe – che ha comunque uno stile vicino al documentario – e ‘Wet Sand’ di Elene Naveriani, già passato a Locarno.
Cinque fiction e tre documentari per il Prix du public, iniziando da ‘3/19’, l’ultimo film di Silvio Soldini coprodotto da Ventura film; si segnala anche un curioso documentario sulla vita dei funghi come modello di interconnessione e collaborazione (‘The Mushroom speaks’ di Marion Neumann) e ‘Une histoire provisoire’ di Romed Wyder, incontro inaspettato tra un quarantenne che in crisi esistenziale lascia la ragazza per tornare a vivere dai genitori e una donna iraniana.
Otto film anche per il concorso Opera prima: vi troviamo tra gli altri ‘Zahorí’ della regista residente in Ticino Marí Alessandrini; il curioso ‘Lux’ di Mateo Ybarra e Raphaël Dubac, documentario su un’esercitazione militare all’aeroporto di Ginevra, per dieci giorni minacciato da un gruppo terroristico anticapitalista e il documentario ‘Forma del primo momento’ del regista luganese Tommaso Donati.
Come già annunciato a metà novembre, il programma speciale Rencontre sarà dedicato al cineasta zurighese Jürg Hassler.
La 57ª edizione delle Giornate di Soletta vede 26 prime mondiali e 13 prime svizzere. Tutti i dettagli sul sito
www.journeesdesoleure.ch.