Spettacoli

Stefano Knuchel sulle tracce di Hugo Pratt

‘Hugo in Argentina’ del regista locarnese, un inaspettato ritratto del creatore di Corto Maltese

19 settembre 2021
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Alle Giornate degli autori della Mostra del cinema di Venezia, quest’anno è passato senza particolari clamori – succede ai film dei primi giorni, soprattutto nelle sezioni parallele – uno dei film più interessanti di questa Mostra; ne parliamo ora, finita la sbornia del palmarès, perché ‘Hugo in Argentina’ del locarnese Stefano Knuchel non è solo un documentario svizzero , ma un momento fondamentale di riflessione su un autore, il grande Hugo Pratt, e sul suo essere non solo protagonista della sua vita, ma della Storia enorme che ha segnato la nostra civiltà nel Novecento.
Basterebbe per richiamare l’attenzione di tutti e tutte, un episodio della vita in Argentina del riminese – come Fellini, non a caso – Hugo Pratt, nome d’arte di Ugo Eugenio Prat. Knuchel, attraverso i diari di Pratt, racconta la sua implicazione involontaria nella cattura del criminale nazista Adolf Eichmann, avvenuta a Buenos Aires l’11 maggio del 1960: Pratt era amico dei figli del gerarca – che non aveva riconosciuto, non dimentichiamo che era una figura grigia del regime – e nello stesso tempo di un gruppo di ebrei legati alla sinagoga. Il Mossad approfittò di questo suo legame. Non fu che un episodio nel periodo di formazione del grande fumettista padre di Corto Maltese. Sono tredici anni che il film indaga con sapiente linguaggio, sottolineando interiorità ed esteriorità di questo tempo di formazione: vediamo l’autore nelle sue avventure esplorative di un territorio che gli regalava sogni di libertà creativa, lo vediamo protagonista di fotoromanzi, ma soprattutto impegnato alla Editorial Frontera che Héctor Oesterheld fondò nel 1957 con il fratello Jorge. Con Héctor, Hugo Pratt già famoso disegnò la prima storia di Ernie Pike sul primo numero del mensile argentino Hora Cero, e poi serie quali Ticonderoga e Sgt. Kirk. Knuchel non tace il terribile destino di Oesterheld, autore di una delle più importanti opere del fumetto mondiale di genere fantascientifico, L’Eternauta, il 21 aprile del 1977 a La Plata fu prelevato da una squadra armata e divenne uno dei desaparecidos argentini. Di più le sue quattro figlie furono uccise, Diana Irene, incinta di sei mesi, e Marina incinta di otto mesi. Pratt era già in Italia dove aveva creato Corto Maltese nel luglio del 1967.

Il regista e studioso non giudica Pratt, lo racconta con oniriche atmosfere e documenti d’epoca, un tempo in cui un autore trova se stesso e in cui matura la sua vita sentimentale raccontata anche da una figlia. Film indispensabile, ha ricevuto una speciale menzione in uno dei premi indipendenti della Mostra veneziana, il ‘Bisato d’Oro’, che ha visto insieme a questo ‘Hugo in Argentina’ premiati ‘Żeby Nie Było Śladów’ (Non Lasciare Tracce) di Jan P. Matuszyński, il regista Yuri Ancarani per il film ‘Atlantide’, Jakrawal Nilthamron per il suo ‘Wela’ (Anatomy of time), Alfonso Herrera Salcedo per ‘El Hoyo En La Cerca’ e il cast di ‘Freaks Out’ di Gabriele Mainetti. E ora per ‘Hugo in Argentina’ di Stefano Knuchel comincia il lungo e meritato cammino tra festival e proiezioni, a lui un applauso per aver smosso una storia capace di essere Grande Storia.

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