Alcune sale hanno già annunciato la ripresa degli spettacoli dal vivo, in attesa degli eventi all'aperto. Ma per i cinema e le grande produzioni questi allentamenti non sono sufficienti
Che cosa comportano per cinema e teatri le decisioni del Consiglio federale? «Innanzitutto che non siamo più l’ultima categoria a riaprire ma rientriamo in una riflessione globale sui bisogni e le necessità della società» spiega Gianfranco Helbling, direttore del Teatro Sociale di Bellinzona e membro di comitato dell’Unione dei teatri svizzeri. La graduale ripresa delle attività culturali è accolta positivamente dalla Taskforce Culture, organo che rappresenta le varie associazioni professionali e amatoriali attive in Svizzera. In un comunicato stampa, tuttavia, si sottolineano la mancanza di prospettive per i grandi eventi e le difficoltà, con il limite a un terzo della capienza, per le piccole sale, senza dimenticare le limitazioni ancora importanti per la cultura amatoriale. “Il mantenimento delle compensazioni al settore culturale e la loro rapida erogazione restano pertanto indispensabili”, conclude il comunicato.
Un pubblico di massimo 50 persone non permette di pensare a produzioni importanti e neanche al recupero completo delle stagioni teatrali, ma alcune sale – tra cui il Sociale e il San Materno di Ascona – hanno già manifestato l’intenzione di riaprire. Rinviato all’autunno il debutto di ‘Olocene’, la nuova produzione del Sociale, il teatro di Bellinzona ripartirà nei prossimi giorni con ‘Il dolore’, spettacolo da Marguerite Duras con Margherita Saltamacchia, Raissa Avilés e Rocco Schira. «È uno spettacolo sull’attesa e ci sembra giusto chiudere così questo periodo di attesa e di speranza» spiega Helbling. Impossibile per contro pensare a una riapertura della Sala Teatro del Lac: come era stato sottolineato il mese scorso, quando si era iniziato a parlare delle prime possibili riaperture, la gestione della sala da mille posti è insostenibile con meno di 300 persone; rimane lo spazio della Hall, da poco rinnovato, dove presto si tornerà ad accogliere il pubblico, senza dimenticare gli eventi all’aperto dove il limite di pubblico sale a 100.
Il Consiglio federale ha nuovamente indicato limiti rigidi, valevoli per tutte le sale, nonostante gli operatori avessero chiesto un approccio differenziato, tenendo conto non solo della capienza della sala ma anche di altri parametri tra cui il sistema di ventilazione. «In parte la modulazione in base alla sala c’è: l’indicazione è infatti un terzo della capienza fino a un massimo di 50 persone» precisa Helbling. «In questa fase, dove si vuole avere meno persone in giro, capisco la rigidità, ma per i prossimi allentamenti mi aspetto maggiore elasticità».
Più complesso il discorso per i cinema: il vero problema non è il limite di cinquanta spettatori, ma la scarsa disponibilità di film; tutto dipenderà da cosa proporranno i distributori con un mercato internazionale sostanzialmente fermo.